martedì 24 aprile 2012

Foto di famiglia


Ogni tanto io e mio papà andiamo a rovistare tra le vecchie foto di famiglia, così...tanto per farci del male, perchè, alla fine, lui si commuove sempre e io...anche.
Molte foto sono raccolte in album che, tanti anni fa, la mamma aveva pazientemente incollato seguendo, per quanto possibile, un ordine cronologico; poi si vede che si spazientì e l'altro migliao sono sparse in un cassetto dedicato solo a loro.
L'altro giorno era una di quelle volte che io e il papà dovevamo metter mano alle foto per cercarne una in particolare, che alla fine non abbiamo trovato; presi dalla nostalgia ben presto abbiamo chiuso baracca e burattini, senza proferire parola, perchè ogni volta che tentavamo di dire qualcosa, ne uscivano solo dei mugugni. Però una è rimasta tra le nostre mani ed è stata la salvezza che ha portato tutto alla normalità.

sabato 21 aprile 2012

LA FABBRICA DI CARTA 2012


Giovedì 19 aprile il Centro Culturale "La Fabbrica" di Villadossola ha aperto le sue porte alla 15^ edizione de “La Fabbrica di carta”, appuntamento annuale con autori ed editori del Verbano Cusio Ossola. Un Salone del Libro dedicato alla montagna, alle sue genti e alle sue tradizioni, che quest'anno avrà come filo conduttore la musica. 
Rimarrà aperto fino al 1° maggio, con appuntamenti a partire dalle 16.00 fino alle 23.00, con un ricco programma ogni giorno reso ancor più gradevole da accompagnamenti musicali di cori e band, con la visione di immagini del territorio.
Oltre all'esposizione di tutte le pubblicazioni di autori ed editori locali, ci saranno anche un'esposizione editoriale nazionale rivolta al tema della musica, appunto; una mostra fotografica di cori e bande del VCO; un'esposizione di materiale storico delle bande centenarie della provincia e un concorso di videoclip realizzati da band giovanili appartenenti alla Regio Insubrica.

venerdì 20 aprile 2012

Vetrina di collane


Qualche tempo fa mi era venuta la mania degli inventari. Ho fatto elenchi di tutto: maglioni, scarpe, borse ed, infine, l'ultimo, quello che mi ha tramortita, l'inventario delle collane. Dopo quello, non ho osato farne più, né inventari, né collane. Non voglio parlare di numeri, perché il miglior numero è stato proprio quello di elencarle tutte, impiegandoci un'intera serata, descrivendole una ad una su tre facciate.
Quando l'impresa titanica finì pensai di (s)venderne qualcuna; non ha senso, infatti, averne così tante quando se ne può indossare solo una alla volta. Ho cominciato quindi a scegliere quelle da tenere ed il risultato è stato...praticamente tutte! Non ho avuto il coraggio di classificare le mie collane in "collane di serie A" e "collane di serieB"; ognuna, infatti, è legata a un ricordo, a un momento particolare della mia creatività (perchè molte le ho fatte da me) e ognuna racconta la sua storia.

mercoledì 18 aprile 2012

Chi ne vuole uno?



Oggi concludo il capitolo dedicato ai limoni, anche se ce ne sarebbe ancora molto da dire, a riguardo; però i limoni in questione sono davvero finiti e tanto valeva dedicarci qualcosa di dolce (quando mai...)
La terza preparazione è una cremina, ottima per farcire le crostate e i pan di Spagna, ma ancor più golosa se spalmata semplicemente sul pane o servita con un buon gelato alla vaniglia.
Il procedimento è più veloce di quanto possa sembrare e anche il risultato direi che sia soddisfacente (anche la pentola è stata meticolosamente pulita...con il cucchiaio :-))

martedì 17 aprile 2012

Giornatina nera ???



Giornatina nera. Sì, a partire già da ieri.
Cos’era ieri? La Sagra dell’imbecille in piazza?
C’era in giro di tutto e di più: pedoni che attraversano ovunque, tranne che sulle strisce pedonali; una tipa che esce dal parcheggio senza guardare chi arriva;  uno con il furgone che mi sorpassa a destra, in rotonda, e subito mi taglia la strada per svoltare a sinistra; un tizio che ha deciso di tagliare l'erba sul ciglio della strada con il decespugliatore, sparando sassi dappertutto... 
E poi, per non bastare: tre soste al passaggio a livello, due delle quali senza transito dei treni (me la devono spiegare ‘sta roba…) e una di 8 interminabili minuti, roba da scendere dalla macchina e andare a piedi. Anche oggi sono ancora sotto l’effetto del giramento delle sfere. Stessa frequenza, stesso programma, stessa musica. Evviva! Vogliamo aggiungere anche un acceso “scambio d’idee” con il consorte?…
Ma sì, che bella giornatina!
Ecco la vera Wonder Woman all’azione (perché IO sono Wonder Woman, ah ah!) Non serve aver fatto delle imprese stratosferiche sulle cime delle montagne o sotto il livello del mare; oppure ancora, aver fatto duemila volte la maratona di New York (“…impossibile, c’è una sola volta all’anno…” “e-chi-se-ne-frega!”:-@) o aver attraversato a piedi i principali deserti del globo. No-no!!! Vorrei vedere, cari miei, quelle bellissime e fichissime “donne avventura” alle prese con il ferro da stiro, mentre una semplice bistecca sta cuocendo in padella, e l’ennesima offerta commerciale fa squillare il telefono, e solo la bistecca non basta a mettere a tavola un marito che torna affamato come un lupo, da quel lavoro che permette di avere uno stipendio, l’unico, e per il quale lavoro il marito sia esonerato da qualsiasi altro lavoro domestico, compreso il riordinare le proprie cose, per cui, con la pazienza di un santo, ci dovete mettere mano voi, e fare attenzione di non ritirare una maglietta nel cassetto sbagliato, perché altrimenti “…eh no, ma così non va…cos’è ‘sto disordine nel mio cassetto?”…
Care le mie “donna avventura” l’avventura qui si vive ogni giorno e ogni volta diversa!
Min...(beep)...chia!!!


lunedì 16 aprile 2012

...e oggi, Limoncello!


Come promesso, ecco la mia ricetta del Limoncello (più che mia, è la ricetta che ho deciso di seguire, tra le tante proposte). È una ricetta semplice e veloce e spero che il risultato sia altrettanto soddisfacente.
Come già detto, mi hanno regalato dei limoni non trattati, provenienti dalla Calabria, profumatissimi e a giusta maturazione; il periodo, poi, è il migliore: la ricetta dice che sia tra gennaio e marzo il momento giusto per acquistarli. Temo, però, che aspettando troppo tempo, i limoni perdano la loro compattezza, diventando anche difficile l’operazione del prelevamento della buccia, che è il componente principale del Limoncello. Così, voilà... Limoncello sia.
Raccomando a chi volesse seguire questa ricetta di procurarsi due vasi della capacità di lt. 2,5, a chiusura ermetica (tappo con guarnizione di gomma o di metallo con chiusura a vite) per non far evaporare l’alcool. Consiglio, inoltre, di utilizzare sempre alcool non inferiore a 95°  perché più alta è la gradazione e più lunga sarà la durata del liquore.
Qualcuno si chiederà anche che fine abbia fatto ciò che è rimasto dei limoni… bèh, è chiaro che non si getta via niente. Con il succo farò una buona crema di limone all'inglese;-P e con la parte rimanente dalla spremitura (cioè le “cupolette”) le utilizzerò per…pulire il lavello ed il piano cottura in acciaio, con il risultato non meno esauriente dei miglior detersivi che ci sono in commercio! 

domenica 15 aprile 2012

Domenica di pioggia



Le domeniche di pioggia a volte non guastano (però la pioggia, adesso, è ora che ci dia un taglio, néh...!) Permettono di rallentare il ritmo e di svolgere quelle due o tre cosette rimaste lì, in sospeso, non si sa da quanto tempo.
Oggi ho praticamente passato la giornata in cucina, tra limoni, uova, zucchero e verdure varie da pulire, cosa che non avrei fatto se fosse stata una giornata di sole. Si sa, le domeniche di bel tempo sono dedicate alle passeggiate, ai giri in bicicletta e alle escursioni in montagna. Non era proprio il caso di oggi: non ha mai smesso di piovere, almeno: non le volte che ho sbirciato fuori dalla finestra per scrutarne la situazione. 
Ad una certa ora del pomeriggio, però, ho avuto un mancamento, una repulsione verso il silenzio, quasi da desiderare di essere in un centro commerciale (l'ho sparata grossa, lo so; ma è per dare meglio l'idea di quanto la noia stesse prendendo il sopravvento). Così, convincendo "l'altra metà del cielo" che la pioggia non deve essere un impedimento (lui, che se ne stava buonino, spaparazzato sul divano:-)), bensì uno stimolo a trovarne la parte positiva, siamo usciti. Destinazione: vivaio, a scegliere alcuni fiori per il nostro giardino (giornata ideale da dedicare al giardinaggio...). A parte gli scherzi: in settimana non si riesce ad andare, perchè l'esperto giardiniere della famiglia ha le sue esigenze e non si fida di ciò che colei, il cui pollice è tutt'altro che verde (io!), potrebbe portare a casa. Con ragione! Io m'incanto davanti a delle piante come la Buganville, pur sapendo che qui avrebbe breve durata per via del clima, e non serve chiedersi il motivo per cui i nostri vivaisti ce le propongano, perchè ormai la politica è quella di far soldi facendo poca fatica e spesso a discapito degli altri (in ogni settore, non solo quello vivaistico, purtroppo). Questa, però, è un'altra storia...
Per fare un elenco, sappiate che prossimamente nel nostro piccolo giardino ci saranno Begonie, Violette, una Rosa bianca con sfumature rosa pallido, una Lavanda officinalis e nei vasi per il balconcino che dalla cucina si scende in giardino, delle Petunie e dei Gerani. Sono soddisfatta e non vedo l'ora che spunti un raggio di sole per trapiantare tutti i fiori (non serve avere un pollice troppo verde per trasferire le piante da un vaso di plastica ad uno di coccio... ce la posso fare...)
Bene, è finita la domenica e piove ancora. Béh, qui davanti al camino, adesso, tra uno sbadiglio e un vago tentativo di leggere alcune pagine di un libro, potrei anche addormentarmi, ascoltando la ninna-nanna della pioggia. Ma sì, non pongo resistenza...

sabato 14 aprile 2012

Limonata fatta in casa



La scorsa settimana mi hanno regalato una cassettina di limoni non trattati. È vero che il limone non manca mai nella mia cucina, ma un’intera cassetta è un po’ difficile da smaltire prima che i limoni perdano la loro freschezza; così mi sono venute alcune idee per usare una buona parte di quei frutti così belli tra le loro verdi foglie.
Un tempo i limoni venivamo largamente impiegati nel periodo primaverile per la loro azione tonica e rinfrescante e la limonata fatta in casa era una bibita diffusissima, leggera e dissetante, gradita anche dai bambini. Nonne e mamme conoscevano ognuna un metodo diverso per prepararla, quando i primi tiepidi raggi di sole iniziavano a scaldare l’aria e permettevano di trascorrere piacevoli giornate all’aperto.
Oggi questa bibita, un po’ dimenticata, è stata sostituita dalle più sofisticate bevande gassate in lattina, ma la ricetta  “alla vecchia maniera” che vi propongo sarà in grado di farvela gustare in poco tempo e, chissà, magari riporterà anche alla vostra memoria alcuni vecchi ricordi dell’infanzia, come è capitato a me.
Quando ero piccola, infatti, "l'acqua e limone" non mancava mai a tavola. Era un rito: veniva preparata un attimo prima di apparecchiare la tavola, sia a pranzo che a cena; ma quella era l'acqua e limone e non la Limonata che vado a proporvi.

venerdì 13 aprile 2012

Quella volta che...


Quando ero piccola non mi piaceva andare all’asilo. Avevo ben altre cose, IO, di cui occuparmi, senza perdere il mio tempo seduta dietro ad un freddo tavolino azzurro ad ascoltare “Le avventure del Signor Bonaventura".
Nessuno, però, si è mai preoccupato, di assecondare quella mia esigenza. Così ogni giorno era la stessa tiritera, da parte mia per convincere la mamma a tenermi a casa, e da parte della mamma a convincermi che ci dovevo andare, inventandosi ogni volta qualcosa di diverso. Certo, dev’essere stato un bell’impegno quello d’investire ogni giorno in una fantasia nuova da raccontarmi, che, poi, sarebbe durata solo il tempo del tragitto verso l’asilo; ma le mamme, si sa, di fantasia ne hanno da vendere…

giovedì 12 aprile 2012

Pillola di saggezza



La signora Albina è la mia vicina di casa. Il suo orto e il mio giardino sono separati da una rete metallica verde; io vedo lei e lei vede me e spesso ci fermiamo a scambiare due chiacchiere, solitamente sull’andamento famigliare. Lei è rimasta vedova qualche anno fa; il marito, il signor Eliseo, era il cugino di mio suocero e la somiglianza tra i due era così netta da farli sembrare fratelli. È normale, quindi, che tra noi e l’Albina sia rimasto un legame affettivo: lei si preoccupa di noi, come noi di lei.
La scorsa settimana ci siamo volutamente aspettate nei nostri angolini verdi, per scambiarci gli auguri pasquali e l’Albina, sempre con la discrezione di chi ha paura di rubare troppo tempo agli altri, ha lasciato parlare il suo cuore e, con le lacrime agli occhi, mi ha regalato una pillola di saggezza che non dimenticherò facilmente.

“La vita è fatta di piccoli momenti felici – ha detto – bisogna saperli riconoscere e viverli senza lasciar loro il modo di sfuggire via dalle nostre mani, perché ogni attimo perduto non ritorna più e nessuna occasione che si ripresenterà sarà uguale a quella che abbiamo perso. Pertanto approfittiamo anche di quel piccolo momento in cui decidiamo di prendere un caffè con qualcuno, il marito, il papà, un’amica; può sembrare poco, ma se è vissuto con piacere, non potrà che portare un po’ di felicità.”

Le sue parole rivelarono tanta nostalgia per un passato ricco di affetti perduti e la tristezza per un presente forse un po’ troppo vissuto nella solitudine dei suoi ottant’anni. Anche ai miei occhi sono salite le lacrime e dalla mia bocca non è uscito altro che un “Ha ragione, Albina…”
Se non fosse stato per quella "semplice rete metallica", che comunque mette un divisorio alle nostre due vite, avrei stretto quella donna in un abbraccio per farla sentire un po' meno sola.

martedì 10 aprile 2012

Happy Green!


Amo il verde in ogni sua gradazione. Da sempre.
Quando ero piccola e mi si chiedeva quale fosse il mio colore preferito, rispondevo VERDE, senza esitazione; poi, negli anni, si è aggiunto il blu e la mia casa oggi è arredata con tocchi di verde, blu e varie essenze di legni.
Mi piace il verde acido, il verde muschio, il verde trifoglio (quadrifoglio sarebbe meglio, ma è sempre più raro!), il verde smeraldo, il verde rubato alle salvie e quello degli abeti e dei larici.
Mi piace vestirmi di verde; non completamente, però, per non sembrare ad una raganella (animaletto troppo disgustoso per la sottoscritta...), aggiungendo al mio look un accessorio, un foulard o una pashmina.
Soprattutto, però, amo vivere in mezzo al verde. Sebbene io stessa non mi definisca una brava "police-verde", mi piacciono gli alberi, le piante e i fiori. Se la vita non mi avesse privilegiata, concedendomi un giardino, avrei fatto il possibile per averne uno sul terrazzo. Non che ne abbia uno smisurato, il mio si riduce alle dimensioni di un fazzoletto, ma a me basta per superare certi momenti difficili, puntando solo gli occhi tra il suo verde e sentirmi subito meglio.
Nel significato dei colori, il verde è il colore della natura, specialmente se associato al blu e al marrone. E' simbolo di speranza e a questo colore corrispondono sensazioni di stabilità, equilibrio, forza e costanza. Il verde della natura in primavera è associato alla giovinezza e famosa è l'espressione "anni verdi" per indicare, appunto, quel periodo spensierato compreso tra l'infanzia e l'età adulta.
Ma il colore verde è associato anche ad una simbologia negativa; infatti è il colore dell'invidia; si dice, appunto, che una persona gelosa sia "verde d'invidia" (anche se ritengo che tra le due cose si debba fare una netta distintinzione). E' famosa anche la locuzione "essere al verde" per voler dire di essere senza soldi; ma queste sono tutte espressioni che non mi appartengono, vale a dire: a me, il verde, mette di buonumore, punto e basta.
In questi giorni di festa, ho passato parecchio tempo ai fornelli, ma a Pasquetta è di rigore anche solo una breve passeggiata nel verde. Le foto qui pubblicate sono state scattate al Parco Burcina di Pollone, un vero spettacolo in ogni stagione.

venerdì 6 aprile 2012

BUONA PASQUA



"Per quanto essenziali possano essere i doni dell'esistenza, non riusciranno mai ad eguagliare il sorriso di un bambino, la gratitudine di chi non ti ha dimenticato, l'amicizia delle persone buone e la vicinanza di qualcuno che ti ami veramente." 

A tutti un augurio,
uno solo, ma pieno di affetto, regalandovi un sorriso.
Buona Pasqua!

giovedì 5 aprile 2012

Zzz...Ronf...ronf...


Capita, a volte, di essere a corto di idee...
Oggi è una di quelle volte... Sarà il tempo...
In questi giorni di pioggia mi sento molto meno attiva della scorsa settimana. Ho solamente voglia di dormire. Sono come le bambole che, quando le sdrai, chiudono gli occhi. A me basta appoggiare la testa a qualcosa, senza la necessità di sdraiarmi, per sprofondare in uno stato di pacifico sopore; potrei appoggiarmi allo stipite della porta e rimanere lì in quella posizione finchè le ossa incominciano a dolermi. Se poi mi trovo nei pressi del mio angolino di tranquillità... è fatta: poltrona-copertina-cuscino e, fuori, ticchettio di pioggerellina... ah che goduria!
Il fatto è che nessuno mi vieta di fare un riposino quando ne sento la necessità; sono io che mi faccio delle storie, perchè ritengo che il tempo passato a dormire sia tempo sprecato (vorrei proprio sapere chi è stato quell'intelligentone che mi ha inculcato un'idea così idiota!)
Zzz...Ronf...Ronf... Svegliatemi all'ora di merenda...Zzz...ronf...ronf...

martedì 3 aprile 2012

Il caffé della signora Maria


La signora Maria è una donna di origini napoletane con ungrande così.
Ogni volta che arriva in palestra, porta con sé un buona dose di solarità e, molto spesso, qualche golosità fatta con le proprie mani, per chi apprezza senza troppe storie di dieta e mica dieta.
Io faccio parte di questa categoria e ogni volta che la Maria mi offre qualcosa, non le dico mai di no e non perché non voglio mancarle di rispetto, bensì perché i suoi manicaretti, come si dice, prendono proprio per la gola.
Oggi è arrivata con un thermos di caffè…
Vi chiederete se in palestra non ci sia un distributore di bevande… Certo che c’è e anche con un buon caffè; quello della Maria, però…
Sentite qui e immaginate che la descrizione la faccia una donna con un marcato accento napoletano.
“Prendi la macchinetta e la prepari per il caffè. Nella parte sopra (il bricco, ndr) ci metti delle scorzette di limone, ma solo la parte gialla; così, quando il caffè scende sopra le scorzette, bello  bollente, quelle rilasciano il loro aroma… e poi ci metto l’Amaretto Disaronno.”
Semplice, no? Ma le dosi? È vero che l’Amaretto è un liquore dolce, “per donne”, ma è, comunque, alcolico e in quantità eccessiva, fa il suo bell’effetto!
Quindi, ecco le dosi per un buon “caffé della signora Maria”
Ogni 6 tazzine di caffé, 1 tazzina di Amaretto Disaronno e scorzette pari a mezzo limone, non trattato, naturalmente. Senza zucchero.
Per chi ama davvero il gusto del caffé.

lunedì 2 aprile 2012

Il Cammino di San Carlo




Forse non tutti sanno che, ad Arona, in provincia di Novara, parte un Cammino, forse non troppo conosciuto, come quello di Santiago de Compostela, ma che ha, comunque, in suo attivo una pubblicazione editoriale e un certo fascino in quanto ambientazioni e panorami.
Il Cammino di San Carlo, come già detto, parte da Arona e arriva a Viverone, congiungendosi alla famosa Via Francigena: 200 chilometri circa suddivisi in 12 tappe che toccano le provincie di Novara, Verbania, Vercelli, Biella e Torino, percorribili su sentieri e mulattiere che attraversano ambienti boschivi, ombreggiati e freschi in estate e ben soleggiati in inverno.
Questo Cammino, con tutta probabilità, ripercorre le antiche strade che San Carlo Borromeo percorreva per raggiungere Torino, facendo tappa nei principali santuari e Sacri Monti; ne sono la conferma gli affreschi murali, le cappellette, le chiese e la presenza di elementi non religiosi, come massi, sorgenti e fontanelle  a lui dedicate.

Abbiamo percorso la prima tappa durante le festività natalizie, avendo ricevuto in regalo il libro che ne descrive l'intero percorso, partendo alla mattina molto presto da Novara, in treno, per Arona e una volta raggiunto il piazzale dove svetta il famoso Colosso di San Carlo, abbiamo iniziato il vero e proprio Cammino attraversando quel territorio montano compreso tra i due laghi, il Vergante, raggiungendo il monte Mesma e quindi scendendo a Orta San Giulio. In tutto 6 ore di cammino, un'ora dedicata alla pausa pranzo e 550 metri di dislivello.

La seconda tappa, Sacro Monte di Orta - Sacro Monte di Varallo Sesia, l'abbiamo fatta l'altro ieri, sabato. Partenza in treno da Novara, sempre al mattino molto presto, questa volta diretti a Orta-Miasino; quindi raggiunto il Sacro Monte, dedicato a San Francesco d'Assisi, siamo scesi al porticciolo turistico di Orta per imbarcarci, attraversare il lago e raggiungere la sponda di Pella. Alle otto del mattino, la piazzetta di Orta è spettacolare: non c'è ombra di turista in giro e si possono fare tutte le foto che si vogliono, senza il timore che qualcuno capiti all'improvviso dentro l'obiettivo.


Sono necessari 22 chilometri, da percorrere a piedi, per raggiungere la Valsesia dalla sponda occidentale del Lago d'Orta; a circa metà strada, si scollina attraverso il Passo della Colma, che è il punto più alto dell'itinerario (980 mt.). Il sentiero attraversa boschi, pascoli ormai abbandonati e ruderi di alpeggi e cascinali appartenenti ad un passato ormai lontano.
Questa parte di itinerario coincide con la Peregrinatio, rievocazione di un antico pellegrinaggio che si svolgeva tra i due sacri monti e ogni anno viene riproposta nei primi giorni di giugno.

Sabato c'era un clima davvero favorevole: faceva caldo, ma, fortunatamente, nel pomeriggio è salita un po' di brezza a rinfrescare l'aria, perchè alcuni tratti, sotto il sole, sarebbero stati ben più faticosi, anche se percorsi in discesa. Il paesaggio era quello tipicamente primaverile: qua e là, alberi in fiore a punteggiare di colore il bosco dalle nuove foglie verde brillante e il sentiero costantemente delimitato da primule, colchici, anemoni, pervinche, polmonarie, epatiche, campanellini: un vero e proprio spettacolo per gli occhi e per l'anima!

venerdì 30 marzo 2012

Io e Anna

Foto Norino Canovi

Anna, detta “l’Annina”, è la mia amica del grande provocatrice di risate, di lacrime e di singhiozzi per le risate.
Ci conosciamo da quando avevamo 15 anni e da sempre abbiamo condiviso tutto, gioie e tristezze, vacanze e semplici pomeriggi a chiacchierare davanti ad una tazza di tè.
La mia seconda volta da patentata è stata con l’Annina (i primi vermi li ho fatti venire alla mamma che, dopo aver piantato i tacchi sul fondo della macchina, perché voleva frenare a tutti i costi, mi ha detto di rivolgermi a qualcun altro per le mie esperienze di guida…). E Anna era presente anche all’unico incidente che ho avuto, in una piovosa domenica pomeriggio, di ritorno da Orta, quando ho tamponato una Golf...
Ecco, Orta San Giulio è una delle mete che ogni anno ci riproponiamo di fare, come le vecchie signore di una certa età che, una volta all’anno, vanno in pellegrinaggio da qualche parte. Garantisco che le nostre gite, però, non sono di preghiera, ma di risate allo stato puro e il ricordo di quella giornata rimane fino all’anno successivo, quando se ne organizza un’altra, e poi ancora.
Qualche anno fa abbiamo festeggiato il nostro 25° anniversario (di amicizia... cosa avete capito?! non c’è niente di ambiguo…anche se durante le vacanze è capitato di dormire nello stesso lettoJ Anche quella è stata un’occasione per ridere come due picchiatelle.
Insomma, con l’Annina devo dire di aver condiviso tutto, o quasi tutto… Ecco, in materia “uomini” abbiamo constatato di avere gusti diversi, emmenomale! A me piace George Clooney, a lei Brad Pitt  Raoul Bova; da piccole, io veneravo ♫Dean Martin, lei ♫Memo Remigi e non c’è niente da ridere…abbiamo già riso noi abbastanza, fino alle lacrime, un pomeriggio, in macchina, mentre si andava a Vigevano: ho dovuto accostare al margine della strada perché le lacrime mi appannavano la vista e da allora, quando una delle due è incredibilmente giù di tono, l’altra le ricorda quel paragone di preferenze maschili, e subito ritorna a splendere il sole!

Insomma, signore e signori, siamo davanti ad un ormai raro caso di Amicizia con la A maiuscola, che rimane nel tempo, anche se non sono stati intrapresi i medesimi itinerari, e nonostante le varie vicissitudini delle due protagoniste, è sempre bello ritrovarle, per la strada o nel salotto di una delle due, a ridere di “quelle esperienze forti” che le hanno legate in tutti questi anni.

mercoledì 28 marzo 2012

Seratina: amici, dolce e...grappina



Detta così, sembrerebbe che le mie serate con gli amici siano delle vere degustazioni all'alcool puro.
Invece le improvvisate, come quella di ieri sera, alla fine, riescono sempre molto bene e ricordate nel tempo, spesso anche senza la grappina. Prima di tutto perchè davanti ad un'improvvisata non c'è il tempo materiale per farsi venire l'ansia da prestazione ("...oddio, speriamo che sia tutto buono..."); semmai l'ansia verrebbe per un "...oddio e adesso che cosa preparo?..." Siccome, però, i minuti sono veramente contati, sarebbe un peccato sprecarli per dare retta a una voce inutile e scomoda.
Martedì sera, ore 19.00 circa. "Pronto...Ciao! Siete a casa questa sera?...Ulrike è arrivata dalla Germania e vorremmo passare per un saluto..."
Non dico mai di no alla prospettiva di passare una serata con gli amici, anche se è solo martedì e neanche una buona idea in testa da offrire ai miei ospiti. Inizio, così, a sfogliare il mio quadernone delle ricette: una vecchia agenda mai usata alle cui pagine ho attaccato alcuni ritagli di giornale, con le ricette interessanti e golose da provare, tanto che è diventato un quadernone ciccione (del resto non poteva essere altrimenti, mai sentito parlare di uno smilzo quadernino di ricette!). Ne trovo una che farebbe il caso, torta rovesciata di mele caramellate...mmmh, buona...ma non ho tutto il tempo previsto, nel frattempo dovrei anche preparare la cena (e siccome non sono Wonder Woman...sempre valido quel discorso...) devo inventarmi qualcosa di più spiccio. Nasce così un dolce, sparito in un santo-amen (nemmeno ci fosse stato tra noi il Mago Silvan!)

TORTA ROVESCIATA DI MELE. (SENZA CARAMELLATURA)

Ingredienti:
  • 3 mele
  • zucchero a velo (per spolverare)
  • 2 uova
  • 3 cucchiai di fruttosio
  • cannella, una splveratina
  • 6 cucchiai di farina
  • un bicchiere di latte
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • burro per la teglia
Portare il forno a 180°C. Sciogliere il burro e distribuirlo bene sul fondo e sui bordi della tortiera.
Sbucciare e togliere il torsolo alle mele, affettarle sottilmente e disporle a strati sul fondo della tortiera sovrapponendo un pochino le fettine. Infornare per il tempo di preparazione della pastella.
In una ciotola, sbattere le uova con il fruttosio e la cannella; inserire la farina poco per volta, stemperandola bene con la frusta e, man mano aggiungere il latte e alla fine il lievito.
Togliere dal forno la tortiera con le mele che, a questo punto, saranno un po' appassite, e distribuirvi sopra la pastella in modo omogeneo. Infornare per 30 minuti avendo l'accortezza di abbassare la temperatura a 160°C dopo i primi 10 minuti. Lasciare raffreddare prima di servire con una spolverata di zucchero a velo, se riuscite a resistere!!!

...E la grappina??? Ve lo siete chiesto, eh...
Beh, la grappina l'hanno portata loro, un morbido distillato di uve della Valle del Reno aromatizzato alla pera Williams, made in Schwarzwald (Foresta Nera). Dire che sia divina non è abbastanza pregevole e proprio perchè è una grappina morbida, anche le donne l'hanno apprezzata dandone subito dimostrazione sfoderando allegre risate per dei nonnulla...! E' proprio vero che, certe volte, la vita andrebbe presa con un po' di leggerezza, e distrarsi dalle seccature di sempre, fa solo un gran bene.

martedì 27 marzo 2012

Metti il caso, un giorno... George Clooney...


Nonostante i miei ritmi siano un po’ cambiati, ho voluto mantenere quel buon rapporto con lo specchio che ho coltivato negli anni, per guardarmi quel tanto e vedermi una casalinga disperata, ma perfetta! Mi spiego meglio: non voglio trascurarmi solo perchè non frequento più un ambiente di lavoro; la mia figura è già messa a dura prova dal passare degli anni, se poi mi lascio convincere dall’idea di non vestirmi bene "tanto non devo uscire...” siamo a posto: significa entrare in un tunnel da cui difficilmente se ne esce vincenti. Tranne che per motivi d’influenza o per malesseri che ne giustifichino davvero il disordine personale, non mi si vedrà mai in giro, e per casa, in tenuta sciatta, senza un velo di trucco e soprattutto con i capelli disordinati.
È vero: a volte sarei tentata di rimanermene in pigiama finché ne ho voglia; poi però penso a quale shock sarebbe sottoposta la mia vicina di casa qualora suonasse il campanello per necessità…
E metti il caso, un giorno, sentissi suonare il campanello e mi trovassi davanti un George Clooney (uno qualsiasi...) appoggiato allo stipite della porta (come nella foto)…posso mica farmi trovare in bigodini e ciabatte! (rabbrividisco al solo pensiero…)
Lui è sempre in giro con quella sua moto che va dappertutto, perché non dovrebbe passare anche di qui? Magari decide di comperare la villetta di fronte a casa mia…J
Beh, in quel caso credo che farei anche le pulizie in tubino nero stile Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, cantando Moon River con occhiali, cappello e sorriso a ventimila denti (metti un giorno di sole cocente a pulire i balconi… e George dall’altra parte, nel suo giardino, a leggere il giornale… ci vogliono occhiali, cappello e sorriso, no? vuoi mica che pensi di avere una vicina babbiona!)

Sognare non costa niente, come del resto essere sempre ordinati. Credo ormai faccia parte del mio modo d’essere, e se un giorno non mi si vedrà più così, autorizzo chiunque a chiamare un dottore!

venerdì 23 marzo 2012

Esiste un corso per aspiranti Wonder Woman?

Mi sento creativa... Evviva! Non sono morta, ero solamente in letargo e un po' rattristata per come certe circostanze capitano all'improvviso e bisogna per forza digerirle, senza riuscire a far nulla se non rimanendo lì, ferma al mio posto, perchè nulla potevo fare se non che aspettare.
Adesso che ho attutito il colpo e risvegliata da queste splendide giornate, sento che sto ritornando la "rompipalle" di sempre, con un vulcano di idee in testa, le mani solleticanti pronte a produrre e l'adrenalina in circolo che va a 1000, come ogni volta che sto per iniziare qualcosa di nuovo.
C'è, però, un problema non indifferente...
Siccome le idee che ho per la testa non sono poche e non hanno niente in comune tra loro, per riuscire a farle insieme, io che le vorrei vedere ultimate tutte in fretta, dal momento che non sono dotata di super-poteri come Wonder Woman, mi tocca sceglierne una per volta, stilando una classifica per priorità.
Ah sì-sì, mi toccherà fare un sorteggio, oppure coinvolgere un po' di amici invitandoli al Primo Referendum per il Lavoro Prioritario...
Oggi, per esempio, è stata una giornata calda quindi ho passato il pomeriggio all'aria aperta. Sono partita col mettere uno sdraio in giardino perchè l'idea di starmene a leggere al sole era molto allettante; poi mi è balenata per la testa l'idea che, mentre ero lì, avrei potuto portare avanti il lavoro di piegatura-cartine-riciclate per la borsa che ho in mente di fare (lavoro lunghissimo...), quindi ho preso tutto il materiale necessario e ho incominciato. Passato un quarto d'ora, alzo la testa per sgranchirmi un po' e noto che nell'angolo del giardino c'erano dei rami secchi da togliere, altrimenti i nuovi germogli si sarebbero trovati un po' soffocati. Ecco allora che armata di cesoie, cerco di dare un tono un po' più ordinato a quell'angolino... Ritornata poi al mio sdraio, mi è venuto in mente che avrei dovuto cercare dei campioni di roselline all'uncinetto per "quella graziosa sciarpina che ho visto sul giornale"... Lascio tutto ed entro in casa alla ricerca e dopo poco rieccomi ancora allo sdraio con un paio di vecchie riviste della mamma, un gomitolo di cotone e un uncinetto in mano.
Insomma...è stato un pomeriggio laborioso, no? Solo andare su e giù a prendere questo e quello...meno male che doveva essere un pomeriggio di lettura al sole! Non posso dire di essermi annoiata, no-no, ma nemmeno quel granché soddisfatta: tutti questi lavoretti sono stati iniziati, ma non tutti portati a termine, mentre io (che vorrei davvero essere Wonder Woman!) domani potrei non avere la vena giusta come oggi e piantare tutto lì dov'è. 

giovedì 22 marzo 2012

Piacevoli pause



La pausa “quotidiano” insieme a quella del caffè sono tra le cose che preferisco in assoluto.
Quando seguivo degli orari di lavoro precisi, queste pause erano limitate al fine settimana e a volte neppure a quello. Il giornale lo leggevo di sfuggita mentre preparavo la cena e la pausa caffè era limitata al tragitto ufficio-macchinetta raggiungibile in uno dei reparti produttivi aziendali.
Il sabato e la domenica, invece, iniziavo la giornata facendo la prima colazione leggendo il giornale (se non ci si alzava troppo presto per qualche gita in montagna…) e mi ritrovavo a passare quasi l'intera mattinata tra le colonne dei vari articoli affiancata dalla tazza della prima colazione, da una parte e la tazzina del caffè di metà mattina, dall'altra, felice come una pasqua, perchè il tempo dedicato a leggere non è mai sprecato.
Adesso la maggior parte delle mie giornate iniziano così. Lasciate che lo dica, non siate invidiosi: è solo una scusa per auto-convincermi che rimanere senza lavoro ha pure i suoi vantaggi… quindi, fette biscottate, marmellata e una tazza di té, con l’aggiunta, di un giornale... di terza mano! Infatti non leggo il quotidiano quando è ancora ben piegato, con quell'inconfondibile profumo di rotativa, ma quello del giorno precedente, passato prima da mio suocero, poi da mio marito e, da ultimo, prima di essere destinato all’accensione del camino, da me.
(Messa in questa maniera sembrerebbe che siamo poveri, ma così poveri...! costretti a risparmiare anche sul giornale!!!) J

mercoledì 21 marzo 2012

Chi è il millesimo?



Alzi la mano chi è stato il numero 1000...
Grazie... Grazie davvero a tutti. Dal primo all'ultimo.
Grazie a chi apprezza, a chi critica, a chi mi segue sempre e a chi mi ha letto una volta e poi basta.
Grazie a chi commenta, a chi crede sia meglio di no, a chi non ha capito che può farlo e a chi non ha ancora imparato.
Grazie a chi mi appoggia e a chi pensa sia meglio lasciar perdere...
A tutti voi i miei ringraziamenti, perchè, che ci crediate o no, per me non fa la differenza: entrambi siete stimolo di crescita.
Grazieeeeee

martedì 20 marzo 2012

L'imperfezione delle pere nostrane





La frutta coltivata senza l’ausilio dei pesticidi, si sa, è la migliore in assoluto per il nostro benessere; solo che siamo abituati a comperare frutta troppo perfetta nel suo aspetto e tralasciamo il fatto che non sia per niente buona.
In questi giorni sulla mia tavola sono arrivate delle ottime pere nostrane,“le ultime” ha precisato il venditore “dopo di queste non ce ne sono più, bisogna aspettare l’autunno”.
È vero. Ci saranno, però, le fragole, le ciliegie, le albicocche, le pesche, le prugne, i frutti di bosco, e via dicendo, man mano che passeranno i mesi e il frutteto sarà certamente più generoso che nei mesi invernali. Queste pere dall’aspetto tutt’altro che signorile (sembrano soffrire di sciatalgia anche loro…) sono dolcissime ed era da tempo che non ne mangiavo di così succulente, quasi spiace consumarle per non che finiscano in fretta, ma alla fine la golosità (e il buon senso) in un santo-amen ne ha fatte sparire la metà, e vabbé…

Sono sempre stata conquistata dai mille colori e profumi del mercato, specialmente da quelli provenienti dalle bancarelle della frutta e degli ortaggi, dove i prodotti sembrano essere più freschi e genuini; solo che per ragioni di lavoro non sono mai riuscita ad andare al mercato del mio paese, per cui le volte che mi trovo tra i banchetti di un mercato cittadino, lo vivo davvero dall’inizio alla fine, curiosando di bancarella in bancarella senza una lista precisa della spesa, accontentandomi di quel che c’è di fresco in quel momento. Non sono incline al consumo dei prodotti fuori stagione, preferisco mangiare per esempio una parmigiana di melanzane quando le trovo nell’orto di mio suocero, anche se sarebbe più comodo andare al supermercato e cucinarle quando il caldo non è così opprimente come nella stagione della loro maturazione.
Lo so, questo non è il periodo di maturazione delle pere, ma si sa che questi frutti, così come le mele, si conservano bene anche in tutto il periodo invernale, lasciandole al fresco e ho la certezza che quelle che sto apprezzando in questi giorni siano state conservate non in cella frigorifera.

Ho un bellissimo ricordo di quando al sabato andavamo al mercato di Domodossola...
Avevamo una casa a Santa Maria Maggiore, in Valle Vigezzo, che raggiungevamo il venerdì sera e al sabato mattina presto scendevamo al mercato di Domo per fare la spesa per il fine settimana e per alcuni dei giorni successivi. Non so se è ancora così, ma allora c’erano anche le piccole bancarelle degli alpigiani che scendevano a valle con i loro prodotti nostrani: formaggi, uova, frutta e verdura di loro produzione e coltivazione. Naturalmente avevano pochissimi prodotti e venduti quelli, raccoglievano le loro poche cose e facevano ritorno agli alpeggi fino al sabato successivo, quando ritornavano con prodotti diversi a seconda di ciò che erano riusciti a raccogliere durante la settimana. Ricordo che una volta, era primavera, abbiamo comperato un’insalatina novella che ci ho messo un secolo a pulirla, ma quando è stato il momento di gustarla, è stato un vero piacere sentirne la freschezza!
Ecco, tornerei volentieri un sabato a Domodossola, solo per vivere il suo mercato che è grande come una fiera qui in città, per vedere se, come allora, gli alpigiani scendono ancora a valle con i loro prodotti. E poi per respirare quell’aria spensierata, come quando si è in vacanza, annusarne i profumi e ammirarne l’allegria attraverso i colori.

lunedì 19 marzo 2012

Questione di sveglia


A volte faccio delle considerazioni seguendo il comportamento, in certe situazioni, della gente che frequento e traggo delle mie conclusioni personali, che non è detto siano vere; pertanto quello che sto per scrivere potrebbe essere anche solo un pezzo per riempire una pagina...
Sono arrivata alla conclusione, ad esempio, che la gente è secondo la maniera in cui si sveglia al mattino, cioè si comporta di conseguenza, distinguendosi in base al grado di prontezza.

Alcune si destano semplicemente al proprio orologio biologico.
Aprono gli occhi ancor prima del suono della sveglia e si compiacciono di poter poltrire ancora un pochino tra le lenzuola; “riscaldano” il cervello prima di metterlo in moto  e poi si attivano ad affrontare la giornata.
Altre non si svegliano nemmeno al suono delle campane spiegate a festa.
Puntano invano la sveglia che regolarmente non sentono e quindi hanno bisogno che fisicamente qualcuno le scrolli dal torpore qualche minuto prima dell’effettiva “messa in piedi”, perché hanno bisogno comunque di una manciata di minuti per carburare il cervello.
Altre ancora si svegliano solo dopo che un forte raggio di sole abbia loro trapanato i bulbi oculari, dopo che la sveglia abbia suonato svariate volte e per svariate volte messa a tacere; quindi, rivoltatisi dall’altra parte, riprendono  il sonno esattamente dal punto in cui era stato disturbato. Alla fine si alzano e tutti schizzati  arrivano tardi in ufficio dicendo che “ancora-una-volta-la-sveglia-non-ha-suonato-chissà-perché!!!”.

E’ un’inutile perdita di tempo cercare di capire il motivo che ne fa la differenza: la risposta, facilmente intuibile senza il bisogno di complicate ricerche universitarie, è che NON TUTTI SIAMO UGUALI. (Punto e basta).
Gli individui della prima descrizione, sono di norma previdenti e lungimiranti. Vivono il presente, però già con una certa proiezione verso il futuro; sono attenti, riflessivi e curiosi, per loro nulla è dato al caso e  in ogni cosa cercano il perché. Sono affidabili tant’è che se si fa loro una confidenza, difficilmente viene data in pasto al pubblico. Non fanno parte della categoria  “perditempo” e si preoccupano di svolgere bene i propri doveri perché profondamente convinti che il tempo sia prezioso e non deve essere sprecato nel fare un lavoro due volte solo perché alla prima non si è stati abbastanza attenti.
Il secondo profilo comprende chi va un po’ più a rilento, ma non per questo soppesati come inaffidabili e farfalloni. Sono meno riflessivi dei primi e a volte non danno il giusto peso alle confessioni che si fanno loro, lasciandosi scappare qualcosina qua e là. Sono però dotati di serietà professionale e vivono molto bene il loro stato perché non si preoccupano più di tanto del “perché” e del “percome” gira il mondo.
Il terzo gruppo è quello degli scorretti, dei lenti e dei menefreghisti. Prendono la vita con comodità  e pensano che perso un tram ci sia quello successivo, senza considerare che il tram prima o poi arriva anche al “fine corsa”. Vivono nel loro mondo fatto solo delle loro cose: ciò che riguarda gli altri non riguarda a loro e viceversa. Sono, come dire? le “cicale” della situazione, si preoccupano solo se messi davanti ad una dura realtà e solo allora si ammazzano di lacrime, perdendo anche quel poco di tempo rimasto in inutili parole. Sono i ritardatari per eccellenza, sforano l’orario d’arrivo sia che si tratti del lavoro, della messa della domenica o semplicemente di un appuntamento al ristorante; sono poco attendibili, non perché non sappiano svolgere le loro mansioni, ma perché non si sa SE e QUANDO le concluderanno.

Questo “studio” non è stato fatto esaminando molti individui, ma solo osservandone una piccola parte, pertanto chiedo loro, nel caso si riconoscessero nei vari profili, di non esserne troppo turbati, perché la mia analisi sulla personalità umana non è stata così approfondita per stilarne una figura definitiva, come certi studi che si fanno nelle università americane. Devo dire, però, d’aver conosciuto e frequentato persone di ogni profilo descritto e ho tirato le mie conclusioni, a volte arrabbiandomi anche un po’.
Buon risveglio per domani mattina!

sabato 17 marzo 2012

Il tempo è un albero che cresce


(Foto Norino Canovi)

Mentre leggo, appollaiata sul divano piccolo, sotto alla finestra del soggiorno (quello grande è occupato da Elzibaldo de Tonnis, il marchese…), improvvisamente uno starnuto mi pizzica il naso e lo espello quasi con un urlo (mi capita quando arrivano così inaspettati…). Elzy, acciambellato proprio di fronte a me, si spaventa, alza la testolina e mi guarda: un occhio aperto e l’altro chiuso a interrogarsi su così tanto frastuono. Eh sì, ho disturbato la sua quiete e malfidente mi guarda con i suoi occhioni socchiusi, due piccole lamelle gialle in un gomitolo di pelo grigio, e passato il momento critico, ritorna nel suo stato di sopore da buon gattone aristocratico, mentre io, divertita, riprendo a leggere (e a finire…) un libro che ho “divorato” in due giorni.
Un libro proprio adatto a questo periodo di rinascita primaverile, che mette la voglia di uscire in giardino a rovistare tra la nuda terra con nuove sementi. L’ho trovato in una libreria magentina mentre ero alla ricerca di libri di tutt’altro genere. Mi ha incuriosito il commento posto sulla prima copertina “Il racconto di un giardino: come trasformarlo in una delle più perfette gioie della vita”.
Il tempo è un albero che cresce è il primo libro di Luisa Pulcher, responsabile per tredici anni della biblioteca di Castagneto Po, prima di dedicarsi a un negozio di piante e collaborare con il Vivaio di Anna Peyron, famoso per la coltivazione di rose, ortensie e clematidi. Non è una storia, ma tante storie suddivise mese per mese dove l’autrice scrive episodi del proprio quotidiano in condivisione con l’amore per il proprio orto-giardino. È una lettura fresca, rilassante e divertente; non è un libro di giardinaggio, ma un buon maestro che invoglia a coltivare un piccolo giardino anche a chi, come me, manca il pollice verde, ma non il senso della bellezza esaminando la semplicità di un piccolo fiore.

Domani, secondo il mio amico Roberto, è probabile che piova. Siccome lui è un esperto in meteorologia, io lo promuovo a pieni voti, senza neanche mettere in discussione la sua teoria, consultando il mio sito preferito in materia. Domani, quindi, niente montagna; si pensava di andare a vedere le prime fioriture della stagione, senza salire troppo in quota per evitare la neve che per quest’anno se n’è già vista abbastanza. Invece, cambio di meta. Due le proposte per rimanere in tema Giardini&Co: a Cannero Riviera (VB) per l’inaugurazione del Parco degli Agrumi (mostra-mercato di agrumi, visite ai giardini, degustazione di tè agli agrumi ed escursioni sul lago); oppure a Pavia per la Festa di Primavera che inaugura l’apertura stagionale dell’Orto Botanico (visita gratuita accompagnata da un esperto).
Nella speranza che non sia pioggia battente!
Buon fine settimana.

venerdì 16 marzo 2012

Album dei ricordi





Quando tutto finisce, rimangono solo i ritagli di un passato incancellabile a parlare nel completo silenzio dei pensieri.
Non più le voci, non più le parole di circostanza, non più i sorrisi forzati; solo un intimo momento con me stessa per toccare i ricordi con una mano e riportarli al presente, per evocare quel lontano tempo andato,  una piacevole chiacchierata in mezzo al cortile, una vacanza al mare, una partita di pallone…
E quando i ricordi tornano a rivivere fino a riempire gli occhi di nostalgia, significa che tutto è ancora lì, intatto, come se il tempo non avesse fatto il suo lavoro…

giovedì 15 marzo 2012

Nonostante tutto...


(Foto Norino Canovi)

Nonostante le corse e le interminabili file negli uffici; la preoccupazione per un lavoro che non c’è più; l’apprensione per un famigliare sofferente e la sua improvvisa partenza; nonostante tutto questo, ogni mattina il sole è puntuale a disegnare un’alba mai uguale, invitandoci a radunare tutte la nostra vitalità, tutte le nostre energie, tutto il nostro bagaglio di sapere, per affrontare un nuovo giorno d’inevitabili impegni con il mondo. E ogni sera, radunati tutti i momenti della giornata, quando la stanchezza prende il sopravvento, ci sembra quasi impossibile aver superato prove che al solo pensiero ci sembravano insormontabili.
Eppure, nonostante tutto, la vita continua a cucire per ognuno di noi l’abito della saggezza, ogni giorno un pezzettino in più, per non arrivare impreparati al momento del bisogno.

giovedì 8 marzo 2012

La leggenda dell'Uomo Romantico


E' sempre apprezzabile il gesto di un uomo che regala un fiore ad una donna... anche se appena raccolto nel vaso delle kalanchoe sul davanzale della finestra.
Come Braccio di Ferro, che raccoglieva i fiori nel giardino di Olivia prima di suonare alla sua porta...
Ok, basta il pensiero...

8 marzo

Ho girato tutto il giorno tra un ufficio e l'altro per sistemare la mia posizione di disoccupata.
Mi sono arrabbiata e nonostante ciò ho sorriso a chi avevo di fronte.
Mi sono arrabbiata ancora mentre ero alla guida perchè a volte mi sembra di essere trasparente...
Non sono perfetta, ma esisto e come tutte le donne, sbrigo mille lavori mentre ne penso altri mille.
A tutte le donne...

mercoledì 7 marzo 2012

Punto, a capo

Oggi ho ricevuto la lettera di fine rapporto lavorativo. L'aspettavo da giorni, non è stata un'improvvisata.
Fa sempre un certo effetto, però...
A tutti coloro che hanno creduto in me e hanno speso parole in mio favore, un vero GRAZIE con il 
(Ci saranno altre occasioni per le quali le vostre parole non saranno abbandonate al vento)

A chi, invece, ha contribuito con parole dettate unicamente dall'invidia e dalla cattiveria, non auguro niente: sono sicura che faranno un buon raccolto di ciò che hanno seminato.

martedì 6 marzo 2012

Fortunato colui che per lavoro è costretto a leggere libri



Ho tre nuovi libri da leggere, più di novecento pagine da sfogliare. Tre libri molto diversi tra loro, eppure con il loro diverso fascino mi hanno conquistata...
Non so da quale iniziare... forse dal più lungo, perchè è anche il più divertente; oppure da quello con la copertina più simpatica, perchè magari mi porterà a vivere una vacanza; altrimenti inizio dal libro più serio, perchè è quello che mi ha spinta ad andare in libreria e lì ho trovato anche gli altri due; se no, per non fare torti a nessuno, li leggerò tutti insieme (mai farlo...in questo caso rischierei di raccontare la storia di Gramellini ambientata in Provenza che si trova...in Spagna!!! :-))
Sarà meglio finire quello che sto leggendo, invece, che come storia non è per niente male e nel suo piccolo è piena di suspance. Mi capita (e spero di non essere la sola...) di rallentare la lettura di un libro che mi piace in modo particolare, per farlo durare di più, e combatto con me stessa perchè da una parte sono curiosa di sapere la fine e dall'altra mi spiace terminarlo in fretta (siete davanti a un caso da analizzare seriamente...)
Certo che nelle sere come questa, quando andrei a dormire ancor prima delle galline, non è facile piazzarsi in poltrona a leggere... Sto crollando per la stanchezza sebbene la mia giornata non sia stata per niente impegnativa. Sarà la primavera... Ma in primavera non si dovrebbe uscire dal letargo? Allora perchè a me sta succedendo esattamente il contrario?
Beh, buonanotte (...e che le galline non facciano casino baccano quando decidono di andare a dormire!)

lunedì 5 marzo 2012

Finalmente piove.



Sia chiaro: non è la condizione di tempo che preferisco, ma ce n'era bisogno e siamo tutti d'accordo... Quand'è che smette?... Mah, chissà... forse dopodomani.
Sabato sono rimasta sorpresa perchè pulendo i balconi dai primi fili di paglia lasciati dagli uccellini (sono già al lavoro per creare i loro accoglienti nidi...), ho raccolto anche una polverina simile a caffè macinato, molto finemente. Non riuscivo a capire che cosa fosse: possibile che il vento abbia portato la terra del bosco fin quassù?
No, non era possibile. Quella che poi si è rivelata di difficilissima eliminazione anche dalle setole della scopa, erano le cosidette "polveri sottili" dell'inquinamento atmosferico. Ora, non è che voglio dilungarmi su questo discorso, tutti siamo al corrente di ciò che respiriamo, ma santocielo che gran brutta roba! Non riuscivo più a liberarmene, neanche con acqua  e aceto e la scopa è finita con lo stesso trattamento per il bucato: ammollo-insaponamento-spazzolata-risciacquo (x 3 volte!!!) e poi messa al sole ad asciugare...

E oggi piove... e come son contenta!!! Almeno per qualche giorno l'aria saprà un po' di pulito, e tutt'intorno sarà come aver spolverato la casa delle vacanze dopo un lungo periodo di chiusura.
Anche il mio piccolo giardino sembra sentirne già il giovamento: questi sono dei piccoli narcisi fioriti tra ieri e oggi (sabato erano solo dei boccioletti). Sì, appena sottoterra esiste un ambiente simile al dietro le quinte di un teatro: i piccoli germogli, tutti eccitati, a turno, son pronti per la loro grande uscita sul palcoscenico di Sua Maestà, la Primavera.


domenica 4 marzo 2012

Divieto di circolazione per inquinamento atmosferico

La mia città oggi è stata chiusa al traffico.

È stato disposto il divieto di circolazione di tutti i veicoli a motore ad uso privato dalle 10.00 alle 18.00, domenica 4 e 11 marzo, ad eccezione dei veicoli elettrici, ibridi e bimodali, dei veicoli alimentati a metano e dei veicoli con a bordo almeno tre persone.”  (documento del 21 febbraio 2012).

Bene.

Sempre oggi la mia città ospita la gara del Campionato Italiano di Motocross – Trofeo Delle Regioni.

Siccome non sono competente in materia, mi chiedo:
le moto vanno ancora a benzina, VEROOO???

La notizia si commenta da sé…