mercoledì 29 febbraio 2012

L'Amore della Mamma


Vivere l’esperienza di un genitore malato che ti asciuga le lacrime sul viso in un momento di sconforto, ti accarezza i capelli con la delicatezza delle sue mani, mentre dice di volerti bene, è una delle più commoventi consolazioni che si possano provare nella vita.
È d’aiuto nel continuare ad andare avanti, nonostante la fatica nell’accettazione del dolore; riempie il cuore di quell’incondizionato amore tra genitore e figlio; convoglia l’anima alla rassegnazione e gonfia gli occhi di quell’umana pietà davanti a così tanta sofferenza.

Questo intimo e prezioso momento trascorso con mia madre lo porterò nel cuore ogni giorno, per non sentirmi mai sola.

martedì 28 febbraio 2012

Spalancate il cuore



  
Fa freddo. Ma come è turchino
questo cielo mattutino!
Tira vento. Ma sa di viole.
Primavera ha mandato un messaggio;
l’ha affidato ad un raggio di sole.
Ella dice: -Presto verrò.
Spalancate finestre e porte
per accogliermi all’arrivo.
Verrò col corteggio giulivo
degli zefiri, che sono stati
per le vie del firmamento
a rapire stelline d’argento,
a rapire stelline d’oro
da tramutare in tesoro
di primule su per i prati.
Spalancate finestre e porte.
Spalancate le porte del cuore.

Ho imparato questa filastrocca insieme a mio fratello quando avevo sette anni. Lui doveva ripeterla a memoria come compito scolastico e io, a forza di sentirgliela ripassare, la ricordo ancora dopo tutti questi anni. Spesso mi ritrovo a ripeterla sottovoce, proprio nei giorni simili ad oggi, con il freddo che ha mollato, non ancora del tutto, la morsa, il sole che gioca a nascondino dietro una velatura di nuvole inoffensive e l'aria che profuma di imminente primavera.
Nell'aiuola lungo il vialetto che porta al cancello verso la strada, è tutto un pullulare tra la terra. La neve, finalmente sciolta completamente, dopo diversi giorni di temperature sottozero, ha lasciato il posto alle splendide roselline degli Ellebori e a far loro compagnia sono spuntati i Bucaneve, le Primule dal pallido giallo e le Epatiche dall'intenso viola con il cuore punteggiato di bianco. Sono i primissimi segnali dell'arrivo della primavera del mio piccolo giardino, senza tralasciare il primo raggio di sole del mattino che, accompagnato dal cinguettio degli uccellini, mi danno il buongiorno all'ora del mio risveglio.

Ciaspolando...


Le domeniche passate in montagna hanno il potere di cancellare ogni genere di preoccupazione dalla mia testa; quando poi la giornata è stata trascorsa in ottima compagnia, ecco che anche i vari nervosismi della settimana vengono automaticamente eliminati e neanche il fatto di puntare la sveglia molto presto al mattino non è un peso.
Non voglio fare una descrizione nei particolari dell’itinerario, perché non è quello che voglio raccontare (il percorso è stato preso su  questo testo ed è il nr. 16-Pian di Verra Inferiore); dirò solo che questo giro è stato fatto con le ciaspole ai piedi e i bastoncini tra le mani, perchè la neve era sì indurita dal freddo, ma non abbastanza per reggere il nostro peso. In alcuni tratti, infatti, vi si affondava fino alle ginocchia...
Riporterò, invece, le sensazioni e le emozioni che provo durante un percorso su un sentiero di montagna.
Incomincio con il dire che sia in estate che in inverno, la monatgna mi regala un certo equilibrio psico-fisico ed è verissimo ciò che ho affermato in apertura: quando cammino non esiste altro all'infuori di ciò che mi circonda: vietato pensare in negativo.

sabato 25 febbraio 2012

Scarico pesi superflui: arrabbiature




Per "Scarico pesi superflui" intendo dire "arrabbiature"... Sì perché una volta che ci si arrabbia bisognerebbe subito far sì che l'astio e quel senso di ingiustizia scivolino via per far tornare a splendere il sole, altrimenti si corre il rischio di cadere nel logorante pensiero negativo di rimuginare il fatto in continuazione.

Sono sbalordita come ogni giorno è sempre più evidente la maleducazione e l'arroganza con cui la gente si mette al volante della propria auto per le strade. Soprattutto coloro che siedono su auto ingombranti: sembrerebbe che sia a loro tutto dovuto.
L'esempio che mi si pone un paio di volte alla settimana, (e sempre con la stessa persona...probabilmente abbiamo gli stessi orari) è quello d'incontrare una donna a bordo di un suv, la cui prepotenza tocca il limite della mia sopportazione. La signora evidentemente pensa che la precedenza l'abbia il mezzo più grosso. Percorriamo una strada dove le macchine sono spesso parcheggiate in entrambi i lati, ed essendo una strada privata (dove IO risiedo e lei NO!), non vi è nessun divieto e quindi viene applicata la regola dell'educazione e del dare precedenza al mezzo la cui direzione è sgombra. Invece la signora in questione non accenna nemmeno a frenare, tant'è che se anch'io facessi la stessa cosa, mi troverei il muso della sua macchina appoggiato sul cofano della mia, non so se ho reso l'idea...


Allora: intanto sta passando su una strada privata per gentile concessione di chi ci abita e quindi almeno un minimo di gratitudine... e questo non significa che deve darmi sempre la precedenza, ma quando mi spetta SI'; e poi un po' di savoir-faire, santocielo! Fammi un cenno di scuse, che ne so, un gesto con la mano, non sono mica qui a pretendere la stesura del tappeto rosso! Invece è proprio questa sua ostentata insolenza che mi fa salire il sangue al cervello! E' talmente antipatica che si meriterebbe un chilo di chiodi con la punta verso l'alto, sparsi lungo tutto il suo tragitto, chissà che magari con tutte e quattro le gomme forate...
Certo, non posso arrivare a tanto per rispetto del vicinato, e soprattutto perché sulla strada ci passo anch'io!Capisco, però, coloro che sono capaci d'impartire certe lezioni!
E questo è niente rispetto a quella volta che un tir mi ha tagliato la strada. Mi sono salvata solo per la prontezza con cui ho inchiodato. Ma questa è un'altra storia... 

giovedì 23 febbraio 2012

Passione borse



Una cosa che non potrei MAI lasciare a casa è la mia borsa e penso di non aver mai preso in considerazione il fatto che possa accadere, sarebbe come decidere di uscire in macchina senza le chiavi.
Eppure ci sono donne che farebbero volentieri a meno della loro borsa e se la tirano dietro trattandola male e senza badare dove l'appoggiano. Alcune addirittura decidono di uscire solo con il portafoglio in mano, le chiavi in tasca e il cellulare nella tasca della giacca, e tutto il resto? Voglio dire: dove metteranno, che ne so, il burrocacao, l'agendina, l'aspirina e la chiavetta usb?

No, non è per me... Io senza la mia borsa rinuncio ad uscire. E poi siamo donne: non sta bene frugare nelle tasche posteriori dei jeans per cercare una banconota o una monetina per caffè, dai...
Già il fatto che i maschi si siano impossessati delle nostre tracolle non mi va giù, soprattutto perché i giovani di oggi le sfoggiano come se fossero state create appositamente per loro. Non mi piace questa tendenza delle borse da uomo e da donna; penso che la borsa, vista come accessorio, sia nata per il mondo femminile, che poi l'antica tascapane facesse parte anche del mondo maschile, beh fa parte della storia del costume. Non accetto, però, che oggi, entrando in un negozio e puntando il dito su una meravigliosa borsa, la commessa mi dica: "Mi spiace, ma questa è da uomo" facendomi sentire come se avessi detto chissà quale sproposito!

E' capitato anche questo. Per il mio compleanno, con tutta la mia approvazione, mio fratello ha voluto regalarmi una borsa (mi piace questa intesa tra fratello e sorella :-)) e siamo andati insieme in un negozio perché io scegliessi quella che preferivo (fratello intelligente...). Ce n'erano tantissime e naturalmente non sapevo dove appoggiare gli occhi. In quel periodo ero un po' fissata con le tracolle, perché muovendomi spesso in bicicletta, ritenevo fossero comode e pratiche; quindi, scorgendone una che rientrava nelle caratteristiche del momento, chiesi alla commessa di poterla vedere e quando mi disse "Mi spiace ma è una borsa da uomo" non sono stata capace di trattenere la mia opinione e devo dire di aver riscontrato non poco successo (poi, magari, la commessa era stata istruita con la regola che il cliente ha sempre ragione...).

Bene, chi mi conosce non ha imparato niente di nuovo su di me; chi non mi conosce e in futuro vorrà farmi un regalo, con una borsa andrà sul sicuro!

mercoledì 22 febbraio 2012

Aspettando la primavera


Le giornate si stanno allungando, ormai ce ne siamo accorti tutti, e nell'aria si percepisce già quella sensazione di cambiamento. Non è ancora il caso di parlare di primavera, fa ancora freddo, ma è chiaro che ci stiamo avvicinando alla bella stagione.

Durante l'inverno, mi rendo conto di essermi concessa qualche strappo fuori regola per quanto riguarda l'alimentazione e la pigrizia non mi è stata certamente d'aiuto; prima che sia troppo tardi, quindi, sarà bene correre ai ripari, attenendomi a qualche regola del quotidiano per ritrovare la giusta armonia con me stessa.
Mi sono imposta alcune regole per non arrivare alla primavera impreparata, visto che già da sé regala spossatezza fisica.

martedì 21 febbraio 2012

Angolino di tranquillità

Questo è il mio angolino di tranquillità, il luogo in cui mi rifugio dopo ogni giornata. E' il posto dove nascono le idee, dove leggo in santa pace, dove ascolto la mia canzone preferita e dove, spesso, mi lascio andare in dolci pisolini.
E' un angolino davvero molto accogliente, senza troppe pretese, un tavolo, un giro panca, alcuni morbidi cuscini, un'abat-jour dalla calda luce soffusa, il camino scoppiettante con il magnifico odore di legna bruciata e non può mancare certo una comoda poltrona. Qui anche la giornata più difficile viene archiviata nel dimenticatoio e fuori potrà tirare il vento o  vedersi nulla per la nebbia, potranno scendere candidi fiocchi di neve o la pioggia più battente; ci potrà essere il buio più buio della notte o il freddo più freddo dell'inverno: qui sono al riparo, lontano da tutto e sola con me stessa, con i pensieri a dettarmi sottovoce quello che scrivo. 
Quando poi ho voglia di compagnia, il mio Angolino di Tranquillità si traveste in un'accogliente luogo dove ospitare gli amici per condividere una cena preparata affettuosamente; e allora si alza la luce, le voci sono quelle reali e non più quelle dei pensieri, la musica diventa meno nostalgica e il mio angolino si trasforma in una vera sala da pranzo, pronta per un indimenticabile e allegro ritrovo di amici.
Auguro a tutti una piacevole serata!

lunedì 20 febbraio 2012

Giorni che passano


I giorni non passano più lenti come una volta. I giorni passano veloci come treni che non fermano alle stazioni.
Quando andavo a scuola il tempo non passava mai; non  vedevo l’ora che le lezioni terminassero per andare ad occuparmi di “cose più serie”. Gli amici, i giochi, i passatempi divertenti e strani che spesso erano motivo di conflitto con chi aveva la responsabilità di tenermi d’occhio (ad esempio, improvvisarmi giardiniera e strappare le carote nell’orto quando non era ora,  provocare la furia del nonno che se avesse potuto avrebbe messo me al posto delle carote!!!). Tutto questo era divertente proprio perché spesso si superavano i limiti della loro sopportazione.
Gli adulti, in quei miei anni adolescenziali, erano soliti ripetere di non aver fretta di crescere “…che poi, quando inizi a lavorare, ti accorgerai di come vola il tempo e ti ritroverai alla vecchiaia senza sapere come ci sei arrivata”
Avevano ragione. Béh, oddio, non è che posso dire di essere arrivata alla vecchiaia (che poi bisogna capire che cosa uno intende per vecchiaia, nèh…), comunque è vero che il tempo è passato velocemente da quei giorni trascorsi sui libri di scuola;  però non posso assolutamente sostenere  di non esseremi anche divertita nel frattempo.
Questa mio interesse per la scrittura mi porta spesso a fermarmi ad ascoltare e a guardare il mondo che mi gira attorno, ragione per la quale non posso dire che i giorni siano tutti uguali, noiosi e con i soliti problemi da risolvere. Fermarsi a leggere tra le righe della propria esistenza aiuta anche a sorridere nelle giornate nebbiose, come oggi, e ad accettare che i giorni passino uno in fila all’altro con tutto il loro contenuto di emozioni, arrabbiature e qualche segno in più sul viso.
Buona settimana a tutti!

domenica 19 febbraio 2012

Il Villaggio del libro


Ogni tanto, quando il tempo, sia quello materiale che quello meteorologico lo consentono, mi piace chiudermi in qualche libreria ben fornita in cerca di qualcosa d’interessante da leggere. Un paio di volte all’anno, proprio quando fa freddo e distare all'aperto non se ne parla, mi piace andare al Villaggio del libro di Frassineto Po, un piccolo paese di circa 1400 abitanti, vicino a Casale Monferrato. Trovo che sia un posto fantastico per chi ama i libri, ce ne sono da riempire un'ala di un palazzo in stile neoclassico degli inizi del 1800, e nei sotterranei si possono trovare anche vecchi giornali e riviste.
Qualche tempo fa, rovistando appunto qua e là tra i libri del Villaggio, ho trovato un libriccino di ricette di cucina, Cuoca perfetta in 24 ore. Ci sono ricette davvero curiose con ingredienti semplici e di facile esecuzione e curiose sono le dosi di uova e burro.



Del resto questo piccolo ricettario è stato stampato nel giugno del 1941, quindi ancora tempo di guerra, ciò spiega come niente veniva gettato e tutto recuperato, come l'acqua di bollitura delle verdure, recuperata per farci gustose minestre. Con i tempi che corrono questi insegnamenti torneranno ben utili...

Oggi ho trovato due cartine del Touring Club Italiano stampate dall'Istituto Geografico De Agostini di Novara. Sono nominate a fogli, Foglio 10 (Milano) e Foglio 2 (Domodossola) e portano la data di stampa 1907. Il valore di queste cartine è dovuto al fatto che le custodie siano in carta pergamena e la grafica di ognuna è ricchissima di particolari; ad ogni cartina è allegato un indice con tutti i nomi riportati sul foglio. Da notare il prezzo di ogni cartina, L.1, e la quota d'associazione annua al TCI, L.5 e vitalizia L.100. Curioso anche il retro della custodia, dove La Società Anonima delle Terme di S. Pellegrino riporta la pubblicità dell'omonomo Grand Hotel su una, mentre sull'altra è riportata la statistica di vendita all'estero delle propria acqua minerale.


Quando ho tra le mani questi piccoli tesori del passato mi sento ricca di qualcosa che non riesco spiegare. Questo mio amore per i libri e per la carta in generale non so quando sia nato esattamente, so solo che già da bambina avevo un senso di rispetto verso i libri che erano appartenuti ai miei genitori, ragione per la quale la mia casa è piena di libri di ogni genere.


sabato 18 febbraio 2012

Una torta per il week end




Proprio ieri ho letto un trafiletto su una rivista che diceva:

Chi ama i dolci ha un buon carattere
Generosi, aperti e rilassati. Appaiono così i golosi di dolci rispetto a chi sta più attento alla linea. Lo sostiene uno studio americano condotto da un gruppo di atenei (tra cui la North Dakota State University), che ha analizzato il comportamento di alcuni volontari con gusti differenti. È emerso che chi ama i dolciumi e cioccolato viene generalmente considerato una persona più disponibile”

Béh, allora? Dov’è la novità? Mi chiedo se era proprio necessario uno studio universitario per arrivare alla medesima conclusione che avrebbe avuto un sondaggio condotto dai ragazzini della scuola media. Ma questo è…
Personalmente prediligo il dolce al salato e  a volte, comunque, sono antipatica a me stessa, e non molto propensa all'apertura verso il prossimo. Non credo sia così determinante il dolce o il salato.
Però oggi è sabato, ed è per questo che sono più rilassata; preparo una torta della quale non assaggerò nemmeno una fetta, perché l’ho promessa a mio suocero (generosa…) e sono così aperta verso il mondo che vi rivelo la mia ricetta.
Buon fine settimana!

La torta di pane della Valle Vigezzo.

Ingredienti:
  • 500 gr. di pane raffermo
  • 1 lt. di latte
  • 350 gr. di zucchero
  • Uva sultanina, dose variabile secondo i gusti
  • 8 amaretti
  • Scorza grattugiata di 2 limoni
  • 1 baccello di vaniglia
  • Cannella in polvere, 1 cucchiaino
  • Pinoli, a piacere
  • 3 uova
Rompere il pane in piccoli pezzi e metterlo in una capiente zuppiera; unirvi gli amaretti sbriciolati l’uvetta, la scorza dei limoni,lo zucchero, i pinoli e la cannella.
Portare ad ebollizione il latte con il baccello di vaniglia, quindi versarlo ben caldo sul pane mescolando per bene il tutto per fare in modo che inzuppi per bene gli ingredienti, quindi lasciare riposare per una notte.
Il mattino seguente, sbattere le uova intere e unirle al composto di pan&latte (chissà come è nato questo blog…) e amalgamare bene il tutto fino a quando il pane sarà ben spappolato (io uso le mani perché poi è un vero piacere leccarsi le dita!!!)
Imburrare una tortiera e versarvi l’impasto, quindi infornare a 160° per un’ora e mezza.
A cottura ultimata la torta dovrà risultare ben dorata. Fare raffreddare nella tortiera a temperatura ambiente. È possibile conservarla per 5/6 giorni.

venerdì 17 febbraio 2012

Un cuoricino nella mia tazzina



Quando ero agli inizi nel mondo del lavoro, non mi fermavo nemmeno per la pausa caffè. Il bicchierino rimaneva lì al mio fianco sul tavolo di lavoro e spesso il suo contenuto veniva consumato quando ormai era freddo.

Una mattina, il titolare dell’azienda entrò e mi sorprese impegnata nel mio lavoro, con il caffè lì al mio fianco. Mi disse che il miglior caffè è quello che si gusta da seduti, sempre e qualsiasi caffè, espresso o no.

Da allora il caffè lo prendo sempre ritagliandomi un momento in cui mi posso accomodare da qualche parte, anche sullo sgabello dello snack della mia cucina, perché, è vero, se pausa deve essere, comoda sia!

Il caffè che preferisco è quello fatto con la moka sulla fiamma bassissima, in modo tale che l’acqua raggiunga la ebollizione piano piano e con la stessa lentezza risalga nel filtro, si carichi di aroma per poi scendere pian piano nel bricco. È chiaro, non è certo un caffè ristretto, “bien serré” direbbero i francesi; ma volete mettere la sorpresa, quando guardando sul fondo della tazzina, si trovano certe creazioni?

giovedì 16 febbraio 2012

Fuori stagione

Capita mai di avere la pazza voglia di indossare un vestito completamente fuori stagione?
A me sì, e spesso direi…
In questi giorni di freddo intenso sentirsi chic è un’illusione. Calzettoni pesanti sopra a calzamaglie già spesse; maglie sopra a magliette termiche e poi ancora maglioni stile nordico abbinati a pantaloni di velluto o fustagno. Insomma non è propriamente un abbigliamento in cui ci si senta al massimo della femminilità e quando questa indole femminile, una donna, la percepisce così fortemente dentro di sé, dopo un po’ scatta la mattanza e così prende la voglia di indossare quella fantastica mise che durante la stagione estiva ci ha fatto sentire così meravigliosamente sicure di noi.
Ricordo che anche da piccola mi prendeva la stravagante voglia di mettere, ad esempio, i pantaloncini corti in pieno inverno e se ne parla ancora di quella volta che a luglio volevo andare all’asilo con gli stivaletti invernali (naturalmente abbinati a un vestitino smanicato e che mi faceva  sentire benissimo!!!) ed erano accese battaglie con la mamma che (chissà perché…?) diceva sempre di no (…la mamma…).
Evidentemente quel tarletto è ancora in giro da quei lontani anni, motivo per cui in questi freddissimi giorni ho la voglia folle di calzare i sandali tacco 10.
Evvabéh, arriveranno tempi migliori!

mercoledì 15 febbraio 2012

Elzibaldo De Tonnis, Marchese di Sant'Orata


Elzibaldo è un micio aristocratico. Nonostante le sue nobili origini, preferisce rispondere al duplice nome Elzy-Teo, a seconda del luogo in cui si trova: Teo a casa sua, Elzy da noi (ci ha adottati senza troppe fatiche burocratiche!)
Si pensa abbia già esaurito le sue sette vite. Da piccolissimo, infatti, è stato trovato nel vano motore dell'auto della sua attuale padroncina, sopravvissuto alle esalazioni dei fumi della benzina e alle effusioni manesche della sua compagna, ora ex, certa Micia, soprannominata "La Terreur" per ovvie ragioni.
Elzy è il micio che non deve chiedere mai. Potrebbe sembrare al fustacchione dell'omonima pubblicità del noto after shave, se non fosse che a oggi non è ancora stata trovata la giusta misura per il camicino di jeans.
Lui sa come chiedere senza proferire miagolio. La sua tattica è quella di puntare la testa alla caviglia di qualcuno, strusciarsi per bene, alzare gli occhi supplichevoli e aspettare (non per troppo tempo) di essere invaso da una valanga di coccole (gli viene con una tale naturalezza da sorprendere chiunque!)
E' un ottimo atleta e Personal Trainer di Stretching, sua disciplina preferita. Si allena tutti i giorni occupando tutto lo spazio del divano a tre posti del soggiorno. Nel periodo estivo è un bravo podista: rincorre lucertole e uccellini con una tale velocità da super-micio che spesso non lo si vede nemmeno... lo si sente durante la gazzarra!
In questi giorni di freddo i suoi interessi non vanno oltre le mura di casa. Si limita a brevi spostamenti divano-tappeto, tappeto-poltrona sempre e comunque in ambienti riscaldati e preferibilmente davanti al camino; ma deve aver percepito qualcosa d'interessante nell'aria perchè ultimamente ha spostato il suo interesse davanti alla finestra che dà al giardino. Che abbia sentito l'arrivo della primavera?