Una sera d’inverno, stavo bevendo una tisana appoggiata al piano
della mia cucina, quando vidi volare sopra alla mia testa una zanzara. Faceva
un freddo becco, come si suol dire dalle mie parti, cosa ci faceva una zanzara
ancora in giro?
L’istinto fu di abbatterla con un colpo di mano; poi, però, le
risparmiai la brutta fine, pensando che, quella zanzara, già se la stesse
passando male.
Quello fu l’inizio di una storia. Era il 7 di dicembre,
Sant’Ambrogio, da lì il nome Ambrogina.
Quella zanzara ispiratrice mi ha tenuta impegnata il tempo
necessario per abbozzare una storia e, una volta terminata, rimase sul desktop
del computer per diversi mesi prima che mi decidessi a farla leggere a
qualcuno.
Un giorno andai a trovare la mia insegnante delle elementari, la maestra Edda, una donna esemplare
nell’ambito scolastico, per la quale ho sempre avuto molta
ammirazione, oltre che a volerle un gran bene.
Le lasciai il racconto da leggere e il giorno dopo non tardò la
sua telefonata. Era entusiasta. La sua voce, che negli anni si era
assottigliata, suonava forte come un rimprovero.
- È una bella storia! Simpatica, genuina, con una bella morale da
divulgare. Sarebbe un peccato lasciarla in un cassetto...Non riesci a trovare
il modo di pubblicarla?
Io non avevo la più pallida idea di come muovermi nell’ambito
dell’editoria; ma un amico illustratore, Bruno
Testa, forse mi avrebbe dato una mano. Gliene parlai una sera, durante una
cena tra amici. Il giorno seguente le mandai una mail con il racconto.
Anche a Bruno la storia piacque e la inoltrò ad Alessandra Perotti, direttore editoriale di Edizioni Astragalo, con la quale
collaborava da tempo.
Nel settembre 2013 quella zanzarina prese il volo ed io con
lei. La storia, illustrata da Angela
Sbandelli, fa parte della collana Colorleggendo ed è indirizzata a bambini
la cui età è compresa tra i 3 e i 6 anni.
Ringrazio Alessandra e Bruno perché mi hanno dato una grande
spinta nel rivalutare me stessa.
Ringrazio Aurora, grande ascoltatrice di storie che, all'età di
soli 2 anni, esigeva sempre una storia nuova.
Soprattutto, ringrazio la
maestra Edda che, felice di non aver mai smesso di credere nelle mie
capacità, si spense appena dopo l’uscita del libro.
A lei dedico ogni mio piccolo e grande risultato con particolare
affetto.
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