giovedì 28 aprile 2016

Ritornare a scuola

Foto by Pirpy

Mi sono iscritta ad un corso di calligrafia. Lo scopo è di rieducare e correggere la prensione della penna, mantenere la corretta postura durante l’atto scrittorio e riappropriarsi della propria grafia perduta. Ed è un’occasione per riprendermi un po’ di tempo in tutta lentezza, per dare un valore aggiunto alla qualità del mio tempo e, nell’era del computer, del tablet e del telefonino tuttofare, riscoprire il piacere di scrivere a mano.

Ne sono entusiasta. Mi sembra di essere ritornata bambina quando, durante l’ultimo anno di asilo, mi facevano fare, su un quadernetto che la mamma ha conservato, le aste, gli archetti, le ondine e i cerchietti.
La scrittura mi ha sempre affascinata e con essa tutto il corollario che ne segue. Quaderni, blocchetti, carte di ogni genere; penne, pennini, inchiostri vari, ne ho talmente tanti che ormai fanno parte dell'arredamento di casa.
Mi piace scrivere a mano i biglietti d'auguri, ma il mio modo di scrivere è molto cambiato. A scuola avevo una bella calligrafia, chiara e ordinata; crescendo anche quella si è adattata alla fretta. Riprendere possesso di una bella grafia, mi stimola; in questo periodo di tensioni, trovo sia terapeutico ritagliarmi due ore alla settimana per seguire un corso; e mezz’ora tutti i giorni, per tenermi in allenamento, la trovo anche mentre faccio compagnia alla mamma. È un invito alla calma.
Quando ero piccola, mia nonna mi parlava spesso dell’importanza delle aste. Ma io era chiaro che non le prestassi molto ascolto; avevo fretta d'imparare le letterine dell'alfabeto, “...le aste, nonna, le facevo all'asilo!”
Col senno di poi, lo ammetto, mia nonna aveva ragione. Non è così facile fare una serie di aste equidistanti tra loro, con la medesima altezza! Non ho più la mano, sono ormai abituata alla fretta che un simbolo così banale come un'asta mi è difficile tracciarlo diritto su un foglio bianco...

Ecco qual era il segreto della bella grafia di mia nonna: lei, quando scriveva, si prendeva il tempo che ci voleva, senza urgenza. Mi sembra ancora di vederla, cara nonna, seduta al tavolo della cucina, con la Bic nera e la carta da lettera color crema. Scriveva con calma, ponderando le parole una ad una. Scriveva senza pensare a cosa avrebbe fatto dopo. Soprattutto, scriveva pensando a quando sua cugina, in Australia, avrebbe ricevuto la sua lettera.



2 commenti:

  1. hai ragione cara Mari! facciamo tutto troppo in fretta perdendo la poesia di gesti "antichi" e dimenticati. Avrei voluto iscrivermi anch'io ma mi sono...persa! confido in un nuovo prossimo corso. quando ci vedremo (prestissimo) mi racconterai. baci

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  2. Certo cara, ti racconterò tutto l'entusiasmo di un gesto antico che amo tanto. Ciao

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