Io lo so che, alla fine, tutta
questa mia ricerca sarà vana. Giorni a pensare, a cercare, a sfogliare vecchi
ricettari, a farmi ispirare da riviste patinate per poi puntare sul sicuro: il
solito menu, ultra collaudato, del giorno di Pasqua. E, allora, perché perdere
tutto questo tempo?... Già…perché?...
So che gli antipastini attirano
la gola di marito, suocero e cognata, vuoi deluderli a Pasqua?
Non se ne parla…
Vuoi venire meno
dell’accontentare l’unico fratello che hai, negandogli un bel piatto di lasagne?
È fuori discussione.
Vuoi tradire l’aspettativa del
babbo, che è solito dire va sempar ben,
ma in realtà, se non fai quella rollatina
di coniglio, che Pasqua è?
Non si delude il babbo, mai.
Le uniche a mangiare quel che
c’è, senza fare storie, siamo la mamma, la sua assistente ed io, tre buone
forchette che, davvero, a noi tre… va
sempar ben!
Tuttavia perdo del tempo a
consultare vecchi ricettari per il piacere di sfogliarli, di guardarne le foto,
di leggerne gli appunti e, magari, scoprire degli spunti per dare un tocco di
novità alla solita minestra.
Io lo so che anche la lista della
spesa sarà uguale a quella dell’anno precedente; e, allora, perché non
conservarla di volta in volta per averla lì, bella pronta, al momento del
bisogno?
No. La scrivo ogni volta. Per il
piacere di usare un biglietto staccato da un notes nuovo e scriverla con l’ultima penna comperata,
e, magari, cambiando il mio modo
usuale di scrivere, adottando, che ne so, lo stampatello minuscolo, perché, in
quel momento, mi gira così.
E quali sono, sennò, i piaceri
della vita? Avere tutto catalogato, tutto in ordine, tutto pronto
all’evenienza, che barba! Sono una donna
pratica, non un robottino. Quindi, anche il mio ricettario, se così si può
definire, rispecchia il mio modo di essere. Un’agenda di dieci anni che
raccoglie ricette, appunti, ritagli di giornali messi a caso, collezionati in tanti
anni di prove tra i fornelli, alcune ben riuscite e altre da nemmeno nominare.
Arriverà, dunque, il giorno di
Pasqua e saremo ancora la stessa brigata attorno al tavolo, a mangiottare le solite cose; ma chissà,
magari con un tocco di novità, chi può dirlo? Ho la certezza che saranno tutte
cose buone e passeremo ancora una bellissima giornata, se non altro per il
piacere di stare in compagnia.
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