mercoledì 18 settembre 2013

Val Pusteria, un mese dopo...



Foto by EmmePi
 
La settimana passata in Val Pusteria è stata così intensa di emozioni che ancora a distanza di un mese, riaffiorano con tale precisione che rivivo un'altra volta quei momenti bellissimi.
Tutti i miei cinque sensi ne hanno tratto giovamento, a partire dalle immagini, che ancora scorrono, come la sequenza dei fotogrammi di un bellissimo film, davanti ai miei occhi. Montagne, alpeggi, ruscelli, sentierini, giardini pieni di sole, cieli limpidi e nuvole galleggianti. Tutto è ancora qui davanti a me, come se lo stessi vivendo in questo momento.
Poi ci sono i silenzi, quelli rotti solo dal rintocco della campana per segnare l’ora; il gocciare dell’acqua sulla parete della montagna; il calpestio dei miei passi lungo il sentiero; i versi di numerosi animali; il fruscio delle foglie smosse dal soffiare del vento: tutti i rumori del silenzio che si ascoltano soltanto lontano dalla città.
Cosa dire poi, dell’aria frizzantina della mattina? Una pura carezza da far quasi girare la testa; e il sole di mezzogiorno? Così piacevolmente caldo da poter indugiare respirando a pieni polmoni. E poi ancora i profumi. Quelli che insieme alle immagini ti fanno maggiormente ricordare che i prati sono tinteggiati di “colori profumati” in estate. Le essenze dei boschi di abeti e di pini; l’aroma della menta e della melissa sul davanzale della finestra; la fragranza della pioggia della sera e quella della rugiada del mattino; e i profumi appetitosi della cucina di malga, dove di ritorno da un’escursione, ho mangiato una buona merenda.
Proprio quella merenda ha suggerito il mio menu di oggi perché, oggi, io ho pranzato da sola e quale occasione migliore per cucinare quel che si vuole o, per meglio dire, quel che più piace.
C’è chi si prepara un primo e basta; chi solo il secondo con un contorno; chi si accontenta di una soluzione più veloce, un panino; chi mangia solo la frutta e chi passa direttamente al dolce.
Indovinate a quale categoria appartengo?
L’ultima, s’intende, per finire con un bel caffé!

Assaggiai per la prima volta il KAISERSCHMARRN alla Malga Fane, di ritorno da un’escursione che saliva fino al Wilder See, Lago Selvaggio, esattamente un mese fa. Durante quel giro, dove camminammo per diverse ore perché, come già detto, a mio marito non piacciono le cose facili, incontrammo in prossimità di un altro lago, il Marblsee, la signora Adele, un’infermiera dell’ospedale di Merano, dichiaratasi italianissima, ma con un’inflessione tedesca che la diceva tutta, che camminava da sola, con l’espressione più felice del mondo stampata sul viso. Abbiamo fatto subito amicizia: anche lei, come me, cammina per sentieri e immancabilmente trova sassi a forma di cuore. Insieme abbiamo concluso il giro. Fu lei a consigliarmi di fare merenda con il Kaiserschmarrn che, quando me lo vidi servito nel piatto, per me non era altro che una frittata strapazzata. Invece…
Invece è ben più di una semplice frittata. Ecco qui la ricetta, che nei giorni successivi cercai (e trovai) nei libri di cucina tradizionale nelle librerie di Brunico. Non fu facile, perché lì per lì non mi ricordai di copiare dal menu del locale il nome impronunciabile di questa pietanza; ricordavo solo che iniziava per “Kaiser…” e poi ho lasciato tutto al caso. Non è stato difficile, credetemi: tutti conoscono il Kaiserschmarrn, perbacco! Solo io a quanto pare devo fare un copia-incolla ogni volta!



Foto by EmmePi


Kaiserschmarrn

  • 6 uova
  • 150 gr. di farina 00
  • 30 gr di zucchero semolato
  • 2 bustine di zucchero vanillinato
  • 40 gr. di burro
  • Zucchero a velo
  • Un pizzico di sale
  • 250 ml. di latte
  • 1 cucchiaio di acqua minerale

Con la frusta sbattere i tuorli con lo zucchero; aggiungere lentamente il latte, la farina e un pizzico di sale continuando a mescolare fino ad ottenere una crema liscia e omogenea.
A parte montare a neve gli albumi con lo zucchero a velo, alla fine aggiungere un cucchiaio di acqua minerale. Incorporare delicatamente gli albumi montati alla crema mescolando dal basso verso l’alto per non smontarli.
Sciogliere il burro in una padella piuttosto larga, versare il composto, che dovrà avere uno spessore di 1 cm circa e farlo dorare a fuoco lento. Con l’aiuto di due forchette tagliare la frittata a pezzetti, girarli e lasciarli dorare anche sull’altro lato. Spolverizzare di zucchero a velo e servire subito, ben caldo. A piacere, accompagnarlo con marmellata di mirtilli rossi, ribes o prugne.
(Per 4 persone) *

Come vedete, niente di speciale. Ma questa non è altro che la ricetta base di questa leccornia. Quella che mi consigliò Adele era arricchita con le mele e l’uvetta; e così, aggiustando le dosi per una sola persona, dopo aver fuso il burro in padella, ho aggiunto una mela tagliata a fettine sottili e un pugnetto di uvetta precedentemente ammorbidita in un bicchierino di Rhum. Così mi piace!
E dopo, un bel caffè…


* Ricetta tratta da “La cucina delle Dolomiti – Dolci e dessert” - Light Hunter Pubblications (Cortina d’Ampezzo)



Foto by EmmePi


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