mercoledì 1 agosto 2012

Mia nonna... che mito!



Mia nonna era una donna semplice con l’abitudine di profumarsi.
Dopo il bagno amava infarinarsi di borotalco (“…quello buono, non quello che sa di …borotalco!”) e ogni mattina, al risveglio, dopo essersi accuratamente lavata e vestita, passava in bagno per quel tocco che la faceva sentire “più a posto” diceva lei, un paio di gocce di Acqua di Colonia o di Lavanda. Non so se effettivamente si trattassero solo di due gocce; so solo che i suoi vestiti, dopo essere stati lavati, profumavano di Colonia durante la fase dello stiro, e ancora dopo.
Mi piaceva portarla in giro in macchina. Prima che prendessi la patente, non aveva molte occasioni di farsi scarrozzare, se non qualche volta dai miei zii per portarla a casa loro, oppure alla domenica, quando la signorina Andreina, puntualmente l’accompagnava alla messa.
Quando presi la patente, spesso la portavo con me: lei si fidava e io qualche volta pigiavo il piede un po’ di più sull’acceleratore per farle venire lo stremizz e poi ridevamo a crepapelle tutt’e due.
Fu proprio in macchina, durante uno dei nostri giretti che la nonna avvertì il mio cambiamento di profumo. Non era una donna che mi chiedeva direttamente qualcosa (con i suoi figli la storia era diversa: andava dritta al sodo senza troppi convenevoli); con me, forse, si sentiva più genà (a disagio) e la prendeva un po’ alla larga. Anche se capivo dove volesse arrivare, mi divertivo, comunque, lasciarle credere di essere una donna poco invadente e stavo al suo gioco, lasciandola un po’ sulle spine.
Quella volta che scoprì Paris di Yves Saint Laurent è passata alla storia, difficile dimenticare il giro di parole per arrivare al dunque.
Entrai in casa sua e la trovai pronta ad aspettarmi; quindi, uscimmo con calma (lei era costretta a camminare con le stampelle per un difetto alle anche che si è trascinata per tutta la vita); la feci salire in macchina e presi posto alla guida. Già prima di mettere in moto, il suo naso aveva percepito la novità…
Cominciò ad annusare l’aria.
Silenzio.
Poi un lungo sospiro.
Ancora silenzio.
Le chiesi se c’era qualcosa che non andava... Mi disse di no.
Dopo qualche chilometro, la curiosità era giunta all’off-limits, ma non aveva trovato ancora le parole giuste per chiedere, quindi la prese più larga di quanto pensassi.

-         Si sente che sta cambiando la stagione…- diede inizio al giro di provincia…
-         Ah-ssì?... siamo a novembre…- risposi
-         Sì-sì…si sente néh…lo senti anche tu?-
-         No
-         Come NO…non senti? Un profumo di fiori…

Guardai la nonna, trattenendo una risata.

-         Sì, … di fiori…- sempre più convinta
-         Ma nonna…che fiori vuoi sentire?... i crisantemi! – come mi piaceva quel gioco!
-         Eh già…i crisantemi…-
-        
-         Eppure…io sento nell’aria un profumo…- insisteva senza sbilanciarsi troppo.
-         È  primaveraaa… svegliatevi bambine… – intonai la famosa canzone
-         Mi prendi in giro, te…- iniziava a fare l’offesa
-         Nooonnaaa…non ti sto prendendo in giro, ma ti ricordi che la settimana scorsa era la Festa dei Morti?
-         Mi ricordo sì! Certo che mi ricordo, non sono mica andata via con la testa, néh…- Spazientita e davvero un po’ offesa.
-         E allora che profumo vuoi sentire nell’aria…sarà il mio, di profumo, quello che senti…- Le allungai il braccio sotto al naso per farle annusare il mio polso.

Anch'io ero giunta al limite, non potevo più permettermi di andare oltre. La nonna era piuttosto permalosa e non volevo che se la prendesse per davvero.

-         Ah, ecco! …vedi che avevo ragione?! Ma che buono che l’è… è nuovo questo, néh? non te l’ho mai sentito.

Le spiegai, infatti, che mi era stato dato in profumeria un campioncino di prova, ed effettivamente quel profumo mi piaceva parecchio.
E piaceva parecchio anche a lei.
Quando rincasammo dal giretto in macchina, le diedi quello che rimaneva nella fialetta e la resi felice come una pasqua. Così a Natale le regalai una boccetta di quel profumo, incartata per bene con tanto di fiocco e bollino che distingueva la profumeria e vidi mia nonna sprizzare di gioia: solo vedere la confezione, ne aveva capito il contenuto! Non mi sembrò il caso di dirle di usarlo con parsimonia (avevo speso più per lei che per il mio moroso), sperando che non esagerasse come per l'Acqua di Colonia, ma lei non fece certo economia: si sentiva profumo di Paris anche solo entrando nell'ingresso di casa!
Cinque mesi dopo, lo schock.
Una settimana prima della Festa della Mamma, chiesi a mia nonna se avesse desiderio di ricevere qualcosa in particolare (mia mamma mi mandava all’avanscoperta…). Questa volta la nonna non sprecò tante parole, andò dritta-dritta là dove voleva arrivare

-         Sì, - mi disse – dì alla mamma di prendermi quel profumo che mi hai regalato tu, a Natale…-

Sgranai gli occhi, ma soprattutto aprii bene le orecchie per capire meglio

-         Nonna…non mi dire che l’hai già finito?! –
-         Eh sì…- si mise a ridere trattenendo quella frase che conclusi io
-         …eh sì, cosa vuoi che sia... una boccettina da 50 ml…
-         …è volata…- aggiunse e scoppiammo a ridere fino alle lacrime!

Non volevo crederci. Andai a controllare nell’armadietto del bagno: eccola lì, la boccettina da 50 ml, ce l’ho davanti agli occhi come se fosse adesso: non era completamente vuota, ma di profumo ne era rimasto un velo, tanto da capirne il colore.

Mia nonna…che mito.
Effettivamente la mamma l’accontentò, regalandole una nuova boccetta di Paris che rimase quasi intatta per parecchio tempo.
Dopo due settimane, infatti, un grave lutto colpì la nostra famiglia. Mio cugino, il nipote al quale la nonna era maggiormente legata, morì in seguito ad un incidente in moto. Pian piano lei perse ogni genere d’interesse per la vita, chiudendosi in sé stessa e permettendo alla tristezza di velare quei suoi occhi verdi che non avevano mai avuto bisogno di occhiali. Se ne andò definitivamente sei mesi dopo.

Mia nonna mi ha lasciato in eredità tantissimi ricordi, molti sono stati imprigionati nelle foto che fanno parte di quel famoso album di famiglia che ogni tanto vado a sfogliare. Mi ha lasciato in eredità anche quel suo gesto che la faceva sentire più a posto, ogni mattina, dopo essersi accuratamente lavata e vestita.
E l’ultima boccetta di Paris con la sua inseparabile Acqua di Colonia.





3 commenti:

  1. E' bellissimo questo pezzo, Mari, divertente e commovente. E' bello leggere i tuoi ricordi e spolverare i miei. Grazie.
    Sara

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  2. Le nonne a volte sono meglio delle mamme!
    Ciao,Adele

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  3. i nonni ..... quanti ricordi :)

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