venerdì 20 febbraio 2015

La vera storia della ragazza dagli orecchini di turchese

     Vi svelo l'arcano del post precedente. Vi svelo come è andata veramente la vicenda raccontata il 6 febbraio, la vera storia della ragazza dagli orecchini di turchese.

Mi sono inventata l'intera storia. La signora Fabrizia non esiste. Non esiste la sua curiosità, la sua invadenza, la sua sbadataggine e le sue strategie per attaccar bottone. La signora Fabrizia è il frutto della mia immaginazione. Non conosco nessuna persona che risponda al nome di Fabrizia; l'unica che ricordo, era la Carminati, una valletta che affiancò Mike Bongiorno in un quiz televisivo, poi diventata una delle signorine buonasera della TV.

Di questa vicenda, esistono gli orecchini con la loro storia che magari un giorno racconterò davvero.

Esiste la commessa di un negozio con la quale ho stretto amicizia; ma i suoi complimenti non hanno secondi fini. Anzi, questa persona è l'opposto di quella descritta, ha modi gentili e delicati e voglio aggiungere che non sarebbe mai nata un'amicizia se fosse stato il contrario.

Esiste, però, una commessa del supermercato che veramente mi ha detto d'aver riconosciuto la mia carta di credito ancor prima d'aver visto il mio viso, coperto dalla tesa del cappello.

Ed esiste una persona (che non ha mai lavorato in un negozio, grazie al cielo...) piena di curiosità nei miei confronti, alla quale ho raccontato un po' di storie, inventate qua e là, a seconda di quanto spinta fosse la sua curiosità. Di solito non vado in giro a raccontare storie alla gente che incontro. Ma chi è troppo curioso, si aspetta di sentirsi dire qualcosa che lo appaghi; e io, le persone di quello spessore, le accontento. Tutte.
     Questo è l'esempio di come ci si possa inventare qualcosa e farlo sembrare veramente accaduto. Non ho avuto bisogno di molto. È bastato vagare un po' con la fantasia, mescolare alcuni fatti reali, e scrivere una storia nuova di zecca che, leggendola, potesse avere la verve di una storia divertente, senza toccare la sfera emotiva di nessuno.

Ora, qualcuno si chiederà se tutti i post che ho scritto fino adesso siano frutto della mia fantasia oppure sacrosanta verità. Ebbene, svelo anche una sfumatura del mio pessimo carattere: come diceva mia nonna “Le bugie hanno le gambe corte”. Io le bugie proprio non le so dire; mi impappino, sento di cambiar colore, non sostengo lo sguardo e cambio il tono della voce. Insomma, non vado molto lontano prima di essere scoperta. È vero che qui nessuno mi vede e nessuno ascolta la mia voce narrante; quindi, potrei far finta di niente e passare oltre. Ma è una questione di coscienza. Non sarei stata capace di andare avanti a scrivere un altro post prima di questo. Non mi sarei sentita a posto. In pace prima di tutto con me stessa.