domenica 27 luglio 2014

Cartoline dall'Olanda


Non mi era mai capitata, come quest’anno, una serie di vacanze per le quali è stato necessario togliere la valigia dal suo involucro nel mese di aprile e non averla ancora riposta.
Una serie di vacanze brevi, è vero, ma intense ed entusiasmanti. Del resto non mi è mai piaciuto fermarmi in un posto per lunghi periodi, perché ben presto mi viene la nostalgia della mia casa; però quest’anno ho trovato il giusto equilibrio e l’estate non è ancora finita (per la verità, l’estate meteorologica non è ancora iniziata L…ma, tutto sommato, a me, questa estate, piace!)
Dopo Ferrara e le Valli di Comacchio, il mare e l’entroterra di Laigueglia, il Belgio e il Lussemburgo, ecco l’Olanda, terra di “Tulipani, biciclette, dighe, canali, frontoni a spioventi dritti, a gradoni, a campana, a collo, i mulini a balaustra, a calotta girevole, a perno, porcellane blu, patate e biscotti allo zenzero che convivono con i piatti speziati di una ricca cucina etnica, zoccoli di tutti i colori, il cielo del Nord, tormentato e luminoso, un popolo che rivendica la terra osando strapparla caparbiamente al mare, portatori di formaggio con il cappello di paglia, tutto un villaggio che, in estate, veste ancora in costume tradizionale, una città, accogliente e spregiudicata, che ha case che sorgono su palafitte o galleggianti, una lingua in cui tuonano rauchi suoni gutturali, un umanista che elogiava la follia, un uomo che aveva la notte nell’anima, ma che dipingeva abbacinanti esplosioni di colori: i personaggi ci sono tutti. Hartrlijk welkom!
Benvenuti di cuore. La storia può cominciare.” (Olanda - La Guida Verde - Michelin)


Il Parco Nazionale De Hoge Veluwe è la più grande riserva naturale dei Paesi Bassi. Un bel giro in bicicletta per conoscerne i molteplici volti, che passano dalle lande ricoperte di erica, alle dune sabbiose, dai laghetti ricchi di vegetazione ai boschi di pini, betulle, faggi e querce. Ne è valsa la pena anche prendere un acquazzone per ritrovarci sotto le fronde di una maestosa quercia a ridere come bambini.


Giethoorn è una cittadina priva di strade, ma attraversata da canali, passaggi pedonali e piste ciclabili, per questo motivo è stata soprannominata la “Venezia d’Olanda”


Gli olandesi sono molto legati alle loro tradizioni. Le donne amano indossare l’abito tradizionale portandolo con naturale disinvoltura. Questa donna, in compagnia di altre due amiche, preparava deliziose cialde che, confezionate in piccoli sacchetti da otto, vendeva al prezzo di 1 euro, sotto il portichetto della propria casa. Inutile dire che abbiamo rispettato un’interminabile coda prima di poterne assaggiare la bontà


In Olanda ci sono più biciclette che…abitanti! Dappertutto le piste ciclabili rendono più scorrevole la circolazione e gli incidenti sono molto limitati proprio perché automobilisti e ciclisti viaggiano su strade a loro riservate. Una curiosità: le bici quasi mai possiedono il cambio e hanno un sistema di frenaggio a retropedale che ferma la ruota posteriore spingendo i pedali in senso contrario alla marcia. Attenzione, quindi, a non essere troppo spensierati!


La Diga del Nord lunga 32 chilometri è stata costruita per tre motivi importanti: porre fine alle inondazioni causate dalle tempeste del Mare del Nord, costruire una riserva d’acqua dolce ponendo un freno alla salinità crescente delle terre e ottenere terreni fertili con la creazione dei polder.
È di notevole interesse il gruppo di chiuse che permettono il passaggio delle imbarcazioni. Un ponticello pedonale attraversa la strada e permette di salire su una torre monumentale dalla quale è possibile apprezzare il bel panorama sulla distesa del mare, da una parte, e sul grande lago, formatosi in seguito alla diga, verso l’entroterra.
In Olanda, grazie al reticolato di canali e dighe, è frequente doversi fermare con l’auto per dare la precedenza a navi e imbarcazioni che attraversano la strada.


Marken rimase un’isola fino al 1957, quando fu costruita una strada rialzata che la collegò alla terraferma, trasformandola così in una sorta di paesino da museo. Grazie alle sue case di legno, alcune catramate, altre dipinte di verde con i tetti coperti di tegole e rialzate su palafitte per proteggerle dalle inondazioni, ha conservato il suo aspetto antico di villaggio di pescatori e, grazie alla totale chiusura al traffico delle auto, il centro è preservato dalla massa dei turisti.
L’atmosfera rilassata che ho respirato qui, ha fatto di Marken la località prediletta di tutta la mia vacanza.


È difficile immaginare gli olandesi senza gli zoccoli. Un tempo erano molto diffusi tra la gente che abitava le campagne e tra i pescatori, perché erano molto pratici per camminare sui terreni melmosi tipici di questo paese. Oggi il commercio degli zoccoli è ancora molto diffuso perché è uno dei souvenir più amati dai turisti. Se ne vedono di tutti i tipi: dipinti con i colori della bandiera olandese, con le scritte di proverbi divertenti oppure decorati con immagini simpatiche.


La posizione più a Nord-Ovest rispetto all’Italia fa sì che le ore di luce siano decisamente diverse, ecco spiegato il motivo per cui alle dieci e mezza di sera era ancora chiaro. Questa foto è stata scattata a quell’ora.


In bici. Sempre. Dappertutto. Giovani e anziani. Turisti e impiegati. Casalinghe e studentesse. Tutti rigorosamente in bicicletta. Anche in spiaggia.


Ampie spiagge di sabbia bianca, riserve naturali, boschi e graziosi villaggi: questa è Texel, la più grande e la più visitata delle Isole Frisone.


Passeggiare per le strette strade fiancheggiate dai canali, con le banchine all’ombra, osservando gli antichi edifici che si specchiano nelle acque: non è possibile pensare ad una città più affascinante e rilassata di Delft.
Delft e le “ceramiche blu”; Delft e “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer; Delft e i suoi palazzi che sembrano di panpepato; Delft una piccola Amsterdam da non perdere.


Non si può parlare dell’Olanda senza nominare i mulini a vento. Mai ne avevo visti così tanti e mai ero stata all’interno di un mulino. A Kinderdijk, inclusa dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità, ce ne sono ben 19, antichi, in ottime condizioni e visitabili, tutti allineati sui due lati dei canali che attraversano l’intera zona.
Ogni mulino nasconde la storia di una famiglia. Esistono due tipologie di mulini, quelli di polder, per pompare l’acqua, e quelli industriali utilizzati per macinare il grano,estrarre l’olio, pulire il riso, segare il legno…
Una curiosità?  Il linguaggio dei mulini. Le pale girano in senso antiorario e quando non sono in movimento, la loro posizione è significativa, perché “parla” e porta il suo messaggio in lontananza:
- due pale in verticale (segno +) il mulino è a riposo, ma pronto per lavorare;
- due pale in diagonale (segno X) lungo riposo;
- pala superiore appena a destra della verticale, significa gioia;
- pala superiore appena a sinistra della verticale, significa lutto.


E questo bell’olandesino? Non poteva mancare a completare la serie di cartoline. 
Grazie Davide!