lunedì 7 aprile 2014

Vecchie riviste, vecchie ricette (ma non troppo...)



Succede sempre che, riordinando lo studio, salti fuori qualcosa che catturi l’attenzione più dello straccio con cui stiamo togliendo la polvere. A me succede tre volte su tre, perché, tra i lavori di casa, quello di spolverare è proprio in fondo alla graduatoria; quindi,  mentre lo faccio per forza di dovere, abbino anche il piacere di divagare, con il risultato di metterci un sacco di tempo in più del previsto. Ma serve…almeno per incentivarmi a farlo!



Lo studio è un posto carino, tranquillo al punto giusto per passarci il tempo a leggere, a scrivere, a chiacchierare e ad ascoltare musica. Gio ed io ce lo siamo ricavato nella mansarda, sopra l’appartamento in cui viviamo.
All’origine era abbastanza spazioso per accogliere la fantasia di entrambi; col passare del tempo, la propensione di Gio per la raccolta di “tutto” ha  avuto il sopravvento e il mio spazio si è notevolmente ridotto per fare largo ai SUOI libri, alle SUE riviste, ai SUOI posters, a tutte le SUE cose; insomma, ho dovuto cedergli parte del mio “territorio” con in cambio la poltrona, il pouf e il divano, con tutti i cuscini, per trasferirmi al piano di sotto, in una stanzetta più contenuta, ma ugualmente accogliente e luminosa che attrezzerò con una libreria solo MIA e un vecchio tavolo appartenuto a mia nonna che il babbo sta rimettendo in sesto. C’è aria di “separazione” in casa, ma senza ribellioni e avvocati J

È successo che, l’altro giorno, cercavo di rimettere ordine sulla scrivania, perché, ammetto, tra tutti e due non saprei dire chi sia il più ordinato. Del resto, che gusto c’è avere una scrivania “perfettina”? Siamo mica all’Archivio di Stato… Gio ed io siamo, a nostro modo, dei creativi e come tali, dei “disordinati”, anche se abbiamo sempre la situazione sotto controllo e troviamo senza grosse “cacce al tesoro” quel che cerchiamo. Così, tra vecchi appunti, opuscoli e riviste ho avuto il mio bel daffare e, proprio mentre risistemavo le mie cose, mi è saltato di sfogliare alcuni vecchi numeri di una rivista che comperavo tra il ’98 e il 2002, Vivere Conutry, una vera miniera d’idee che non passano mai di moda. Anche oggi trovo in edicola una rivista con la medesima testata, ma non è la stessa cosa.
Quindici anni fa gli articoli erano dei veri e propri approfondimenti dedicati all’arredamento della casa, alle cose buone in cucina e a come trascorrere il tempo libero all’aria aperta e non solo. Le foto erano dei capolavori; le ricette di cucina non si limitavano all’elenco degli ingredienti e allo svolgimento per ottenere una certa pietanza, bensì ne davano una descrizione dettagliata degli ingredienti e da lì ne conseguivano interessanti curiosità.
Proprio tra le pagine del numero di maggio del 1999 ho trovato la ricetta che propongo, perché veloce e golosa, proprio l’ideale per la stagione in corso.



Semolino di crema di fragole
Ingredienti
  • 500 ml di yogurt intero (del tipo fluido)
  • 100 ml di latte
  • 350 g di semola di grano duro
  • 3 cucchiai di zucchero
  • Una bustina di lievito
  • 80 g di mandorle ridotte a lamelle
  • Una noce di burro
  • ½ cucchiaino di scorza di limone non trattato, grattugiata

Per la salsa
  • 300 g di fragole
  • Succo di un limone
  • 2 cucchiai di zucchero
  • Acqua, quanto basta

In una terrina mescolate bene lo yogurt con la semola, il latte, lo zucchero, il lievito e la scorza del limone. Imburrate uno stampo da forno antiaderente del diametro di 24 cm.  Cospargetelo con le mandorle, quindi versatevi il composto. Infornare a 180 gradi, per circa 45 minuti. Lasciate intiepidire. Frullate le fragole con il succo di limone, lo zucchero e, se necessario, un filo di acqua: deve risultare un composto non troppo fluido. Tagliate il semolino a  quadretti, cospargetelo con la salsa di fragole e servite.
(Per 6 persone)

L’articolo diceva: “Una versione del budino di semolino adatta a chi ha problemi di intolleranza alle uova. Ricco di vitamina C, calcio e fosforo, è adatto anche come piatto centrale per una cena tutta all’insegna del dolce.”

Ammetto che non sia niente di eccezionale in confronto a quel che oggi viene proposto in TV; però questi quadrotti li ho fatti e rifatti svariate volte e ogni volta che li ho messi in tavola è stato sempre un successo. Non solo, anche quando li ho portati nello studio per uno spuntino, il piatto ha visto il fondo in un santo amen.