mercoledì 21 novembre 2012

Rosa...che noia!


Il rosa è il colore per antonomasia della femminilità. Io, che mi ritengo una donna tosta, non lo sopporto. (Ho detto tosta e non poco femminile...)

Non ricordo d’aver mai avuto qualcosa di rosa nell’armadio. O forse sì… una maglietta: sfondo rosa confetto, stampata a piccolissimi fiori, regalo di compleanno della zia… Ce l’ho ancora, a dire il vero. È nuova… Per forza, non l’ho mai messa!!! E siccome ho rispetto per i regali, per lo spazio che può occupare una maglietta, che se ne stia lì, in fondo al cassetto per altri trent’anni… a 76 anni, magari sarò una donnina con i capelli argento/violetto che, nonostante il viso increspato di rughe e gli acciacchi dell’età vorrà sembrare più giovane e quella maglietta rosa sarà magari perfetta per la sinforosa che magari diventerò (ho i miei dubbi in proposito…)
C’è stato un periodo, a dire il vero, che mi era presa la flippa per il rosa. Era di moda, tutto in giro era tremendamente rosa, dall’abbigliamento agli accessori; insomma per farla breve: mi comperai una bella tuta per la palestra che, vista addosso alla mia amica, era perfetta, le stava benissimo, sembrava la Barbie…lei… Su di me, era orribile, un pigiama, sembravo pronta per andare a dormire, peggio: sembravo una malata, pronta al ricovero! Orrenda…Anche usata come pigiama era da considerare un capo anti-stupro. Mai messa sebbene fosse tremendamente di moda!
Anche i nomi che derivano da Rosa m’intristiscono un po’, non so perché. Forse è dovuto al fatto che le Rosa, Rosetta, Rosalba, Rosella che ho conosciuto fossero un po’ sfigate, quindi pensando a quel nome, subito la mente propone qualcuno che si conosce e tanto è… E dire che mia nonna si chiamava Rosina! È l’unico caso, però, in cui ammetto la derivazione da rosa, anche se non chiamerei mai la mia bambina con questo nome.
Un po’ di anni fa, feci anche una certa figura con il mio capo ufficio. Non so come, in uno dei nostri tanti scambi di opinione, fossimo capitati nel discorso dei nomi; sta di fatto che ne uscii con una chicca degna della rubrica “Schegge di follia” della Settimana Enigmistica…Ad un certo punto mi venne da chiedergli come si chiamasse la moglie, non so perché c’era una punta di ostilità nel suo conversare e quando mi disse Rosanna…avrei scavato un buco per terra ! Se la faccia avesse avuto la facoltà di staccarsi dal cranio, mi sarebbe caduta dalla vergogna!   Ero andata giù piatta, troooppo decisa, troppo determinata a dire la mia e ormai era fatta. Più cercavo di riparare, più sentivo le unghie stridere sui vetri… Da allora, non faccio più commenti sui nomi: ognuno si porti addosso quello che ha, perché è giusto che sia così. Ma non chiedetemi di mettere un nome derivante dal rosa neanche al gatto, oh!
Non amo nemmeno i romanzetti rosa, né il trucco rosa, il rossetto rosa, lo smalto per le unghie rosa, gli occhiali (soprattutto perché mi ricordano una vecchia prof di francese…), le pietre rosa, niente… e nemmeno una vita tutta rosa…
L’unico rosa al quale è ammesso farmi impazzire è quello di certe albe invernali e (come può mancare?!) la Pantera Rosa! Elegante, sofisticata, filiforme, dall’irresistibile mimica facciale, imperturbabile e impertinente…semplicemente mitica nella sua pelliccia che se fosse stata di un altro colore, non avrebbe fatto tanta carriera!