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Nel “Dizionario del successo, dell’insuccesso e dei luoghi comuni”, Irene Brin, giornalista di costume, scrittrice e donna di grandissima cultura e stile, alla definizione “Donna” scrisse quanto segue:
“DONNA. È una fragile creatura, degna di ogni rispetto, lo sappiamo, e non ne parleremo. Voglio però segnalarvi l’errore in cui i giornalisti cadono troppo spesso, quando scrivono “Donna Gronchi” (moglie del presidente Giovanni Gronchi – ndr), invece di “donna Carla Gronchi”. Inoltre “donna” è una specie di titolo, troppo spesso regalato con leggerezza: sono “donne” per diritto, dall’infanzia alla morte, le figlie dell’altissima nobiltà italiana. Sono “donne” le mogli degli ambasciatori, degli altissimi funzionari statali. Lo sono, per deferenza, le attrici, le scrittrici, le celebrità, insomma, alle quali non si sa dire “Signora Borboni” (attrice – ndr), ma si dice “donna Paola”. Da Roma in giù, secondo l’uso spagnolesco, tutte sono “donna”, anche, e soprattutto, la portiera e la lavandaia. Ma sempre “donna Assunta”, non “donna Esposito”; il nome di battesimo è indispensabilissimo.”
Siamo tutte “donne”, indistintamente, con o senza titolo nobiliare, sia native del sud come del nord. Donne dell’Africa e delle Americhe; dell' Asia, dell'Europa fino a quelle dell’isola più piccola dell’Oceania. Operaie, dirigenti, casalinghe, badanti, impiegate, nulla facenti, commesse, insegnanti, infermiere, studentesse, imprenditrici. Figlie, mamme, zie e nonne: prima di tutto donne. Tutte degne di ogni rispetto.
E oggi ne vogliamo parlare…
(il Dizionario del successo, dell’insuccesso e dei luoghi comuni riunisce brani tratti da I segreti del successo - 1954 e Il Galateo - 1965)