Alzi la mano chi non ricorda il primo giorno di scuola…
Me lo ricordo, eccome, il mio primo giorno di scuola!
Per me è stata la conferma di essermi finalmente liberata dell’asilo…
Era un lontano 1° ottobre; sì, perché allora, le scuole, iniziavano sempre il primo di ottobre, senza alcuna importanza se fosse di lunedì o di venerdì: il 1°ottobre iniziava la scuola, punto.
Mi accompagnò la nonna Elisa e mio fratello che, essendo maggiore di un anno, ormai si sentiva di casa.
Io ero felice. Ricordo che camminavo fiera di portare sulle spalle la mia cartella nuova, color biscotto con un firmamento di stelline colorate applicate sulla parte della chiusura a ribalta. Dentro nella cartella, un astuccio rosso e blu, regalo di compleanno della zia, con 12 pastelli, 1 matita, 1 gomma bicolore, 1 temperamatite e 1 penna biro.
Camminavo e chiacchieravo a tutto spiano, come era di mia abitudine non tacere mai. Una volta arrivati davanti alla scuola, mi zittii in un santoamen e diventai la bambina più timida del mondo. C’erano bambini di ogni età e molti dei più piccoli piangevano disperatamente e non volevano saperne di lasciare la propria mamma. Chiesi a mia nonna se anch’io avrei dovuto piangere…(era ancora troppo vivo il ricordo del primo giorno d’asilo!) ma la nonna mi assicurò che la scuola era diversa: lì tutto sarebbe stato molto più interessante e, soprattutto, avrei avuto una maestra "buona come il pane”
Mi fidai ed entrai, non avevo scelta. Anche i bambini che piangevano, alla fine, mica erano ritornati a casa! La mia classe era la prima del corridoio al piano superiore. Mia nonna aveva ragione. Ad attendermi c’era una signora così gentile e amorevole che mi fece dimenticare il dilemma del piangere o non piangere.
Ricordo che ad un certo punto non vidi più la nonna, ma non mi preoccupai più di tanto: lì mi sentivo davvero al sicuro. Dopo il primo momento di timidezza alla massima potenza (credo che la maestra abbia pensato di avere in classe una statua: mi chiese il nome del papà e della mamma e le risposi praticamente senza voce, al che si inginocchiò all'altezza dei miei occhi, mi fece una carezza e mi disse: - Io conosco il tuo papà e la tua mamma, lo sai? - Aveva trovato il sistema di sciogliere il ghiaccio!)
Iniziai a guardarmi attorno e ovunque guardassi c’era il volto di una bambina che conoscevo già: l’asilo, benché fosse stato un’esperienza da non ripetersi, era servito almeno a qualcosa!!!
Quando a mezzogiorno ritornai a casa per pranzo, rovesciai un milione di parole, tutte d’un fiato, addosso alla mamma e al papà: lo sai che…bla-bla-bla…lo sai che…bla-bla-bla…e poi sai che…
Loro non potevano sapere se io non glielo raccontavo, ed è stato sempre così ogni giorno al ritorno dalla scuola: ho fatto questo, ho fatto quello, si fa così, si fa cosà... come una piccola maestrina. Poi un bel giorno diedi dimostrazione di tutto il mio conoscere: sapevo leggere e scrivere, Alleluia ♫
La signora “buona come il pane” che con la magia di una carezza sciolse la mia primaria timidezza, nonostante la sua età, è ancora molto presente nella mia vita. Spesso, sedute sul divano del suo salotto, ricordiamo quei lontani giorni di scuola, e ogni volta entrambe abbiamo una lacrimuccia di nostalgia da asciugare alla fine di ogni chiacchierata.
Ai bambini che si affacciano oggi al mondo della scuola auguro di avere sempre l’entusiasmo d’imparare qualcosa di nuovo, ogni giorno, così da poterlo ricordare e raccontare domani, con la stessa emozione che riempie il cuore, come quel lontano primo giorno di scuola.