Fa freddo. Ma come è turchino
questo cielo mattutino!
Tira vento. Ma sa di viole.
Primavera ha mandato un messaggio;
l’ha affidato ad un raggio di sole.
Ella dice: -Presto verrò.
Spalancate finestre e porte
per accogliermi all’arrivo.
Verrò col corteggio giulivo
degli zefiri, che sono stati
per le vie del firmamento
a rapire stelline d’argento,
a rapire stelline d’oro
da tramutare in tesoro
di primule su per i prati.
Spalancate finestre e porte.
Spalancate le porte del cuore.
Ho imparato questa filastrocca insieme a mio fratello quando avevo sette anni. Lui doveva ripeterla a memoria come compito scolastico e io, a forza di sentirgliela ripassare, la ricordo ancora dopo tutti questi anni. Spesso mi ritrovo a ripeterla sottovoce, proprio nei giorni simili ad oggi, con il freddo che ha mollato, non ancora del tutto, la morsa, il sole che gioca a nascondino dietro una velatura di nuvole inoffensive e l'aria che profuma di imminente primavera.
Nell'aiuola lungo il vialetto che porta al cancello verso la strada, è tutto un pullulare tra la terra. La neve, finalmente sciolta completamente, dopo diversi giorni di temperature sottozero, ha lasciato il posto alle splendide roselline degli Ellebori e a far loro compagnia sono spuntati i Bucaneve, le Primule dal pallido giallo e le Epatiche dall'intenso viola con il cuore punteggiato di bianco. Sono i primissimi segnali dell'arrivo della primavera del mio piccolo giardino, senza tralasciare il primo raggio di sole del mattino che, accompagnato dal cinguettio degli uccellini, mi danno il buongiorno all'ora del mio risveglio.
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