Accidenti come passa il tempo.
Quanti giorni son passati
dall’ultimo post? Troppi.
Invece, fermando la giostra e
riprendendo confidenza con la terra ferma…beh, di cose ne ho fatte veramente
tante! È che sono cose che spesso si fanno senza dar loro troppa importanza;
contrariamente, quando ci si ferma a pensare, anche quelle piccole hanno la
loro consistenza.
Non sto ad elencarle tutte, non vorrei
tediarvi con storielle inutili, e poi non mi piace fare elenchi; tranne che per
la spesa, perché non amo in modo particolare andare al supermercato; così
faccio una lista e ci vado quando il primo articolo in nota urla il suo
dileguamento dalla dispensa. Gli elenchi sono noiosi e li fanno le donne
perfettine e pignoline; io sono una donna “troppo normale” e non le faccio
perché mi porterebbero via del tempo prezioso. (Lo so: qualcuno avrebbe da
ridire sul fatto della mia normalità…ma il “troppo normale” va inteso come
“troppo pratica”…con voi facciamo i conti più tardi! J)
Ultimamente sto vestendo gli
abiti della formichina, sono
continuamente in attività; al contrario delle zanzarine (e Ambrogina
non me ne vorrà…), che quest’anno sono state particolarmente fastidiose, senza
produrre nulla se non altre seccanti zanzarine, le formichine sono sempre
affaccendate e io, come loro, mi sto dando un gran daffare per accumulare
scorte per l’inverno. L’orto è stato molto generoso nel dare i suoi frutti e io
raccolgo, pulisco e metto via. Pomodori per i sughi, basilico per il pesto,
ortaggi per i miei passati di verdura, funghi messi a essicare e melanzane da
mettere sott’olio, come quelle che faceva la mamma e che io non sono ancora
riuscita ad ottenere così appetitose come le sue.
Nei miei libri di cucina trovo
scritto che le melanzane, dopo averle messe sotto sale per l’eliminazione
dell’acqua di vegetazione, vanno scottate in acqua e aceto per alcuni minuti.
Gli anni passati seguivo questo accorgimento, ma quelle melanzane non erano
come quelle della mamma. Ricordo di non averla mai vista spadellare davanti ai
fornelli per le melanzane sott’olio, mai. Infatti il papà mi è stato di
conferma, non solo: mi ha svelato anche quel trucchetto che dava quel gustino
sfizioso alle melanzane di mia mamma, senza passare dai fornelli.
MELANZANE SOTT'OLIO DELLA MAMMA
Ho sbucciato le melanzane e ne ho
fatto delle fettine sottili. Le ho riunite nello scolapasta alternandole a
manciate di sale grosso per togliere l’acqua di vegetazione; ho messo sopra un
peso (una ciotola capiente colma d’acqua) e le ho lasciate nel lavello per
l’intera notte.
Il mattino seguente le ho
strizzate nello schiaccia patate (quello che si usa per il puré, tanto per
intenderci) per liberarle da ulteriore acqua rimasta. Le ho messe in un’insalatiera
di vetro e le ho coperte con l’aceto bianco. Ecco come faceva la mamma! Poi, passate
3 ore, le ho di nuovo strizzate e sistemate nei vasetti, mettendo origano (e
non la mentuccia! Il trucchetto era questo…) e fettine sottili di aglio ogni tanto;
le ho coperte con olio d’oliva e ho aspettato fino al giorno successivo per
procedere alla chiusura, in modo tale da far risalire in superficie eventuali
bollicine d’aria, formatisi durante la preparazione. Dopo aver chiuso bene i
vasetti (di solito utilizzo quelli a chiusura ermetica), li ho messi nella
dispensa, al fresco e al buio della cantina, raccomandandomi con Giovanni di
NON TOCCARE prima che sia passata una settimana.
Infatti sono passati sette giorni
e “lo zampone del gattone”, puntuale come un orologio svizzero, oggi è arrivato
in cucina con un vasetto tra le mani. Cosa posso fare? Lui ha eseguito gli
ordini…
Ma, per la verità, sono più
curiosa io di assaggiare il risultato! E se fossero come quelle della mamma…
beh, sono stata brava!
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