Come una vecchia signora, il mio
primo gesto del mattino è quello di bagnare i fiori. Questo è il periodo di
maggior crescita e ogni mattina mi stupisco davanti a un fiore che il giorno
prima era ancora un bocciolo o a una piantina cresciuta di qualche centimetro
nell’arco di pochissimo tempo.
Tulipani, narcisi, violette, primule, giacinti,
ma anche le semplici margheritine che punteggiano il prato di bianco mi entrano
nel cuore, e a vedere i loro capini
imbronciati per la mancanza di acqua a causa del vento, mi si stringe il
cuore.
Così ogni mattina, ancor prima di fare colazione, saluto i miei fiori
con l’annaffiatoio in mano: loro sono i privilegiati, i soli a vedermi con i
capelli arruffati e senza un filo di trucco; ma credo che a loro io piaccia
anche così, perché ogni giorno mi omaggiano di qualcosa di nuovo e tra noi non
ci sono segreti. Anzi: per me sono i migliori terapeuti in caso di tristezza.
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