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Dopo la
pioggia, il vento. Questo tempo ha rovinato tutta la meravigliosa
fioritura dei glicini. Rimangono i grappoli, quasi spogli dai fiori,
e i petali sparpagliati nel prato.
Il vento
infastidisce anche me. Mi fa sentire la testa “per aria”; mi
sballotta i pensieri fino a farmi sentire una vagabonda. Mi irrita.
Anche le idee vagheggiano qua e là come api sui fiori: me ne viene
in mente una e subito se ne presenta un'altra. Ne portassi a
conclusione una, almeno...!
E' un
periodo di stanchezza e di insoddisfazione. Cerco la mia strada, ma
non la trovo. Continuo a girare intorno senza concludere nulla. Mi
sento giù di tono, per niente in forma, praticamente sfinita.
Vogliamo aggiungere scontenta e anche arrabbiata con il gestore del
telefono?
Sì,
aggiungiamolo. Perché in questi giorni anche il telefono mi ha
lasciata senza voce. Non
perché si è rotto, non perché l'ho perso, ma perché il gestore
della telefonia mi ha succhiato tutto il credito per dei servizi che
ha deciso di mettere a pagamento, senza darmene il minimo avviso.
Così sono rimasta senza voce e senza parole, pur avendomi
accreditato all'inizio del mese la solita tariffa. Cafoni e ladri.
Ora capisco come fanno ad arricchirsi!
E se chiedi
una spiegazione, ovviamente il personale addetto non te la sa dare e
si arrampica ai vetri limitandosi a dire che il servizio non è
compreso nell'offerta. Già
bravi, fin lì c'ero arrivata anch'io!
Lasciamo
perdere... Resta il fatto che ieri poi, per consolarmi, mi sono
buttata in un dolce, il mio preferito, quello che di norma il
risultato è buonissimo, il clafoutis di fragole. Di solito non peso
gli ingredienti; l'ho fatto talmente tante volte che ormai conosco le
dosi alla perfezione. Ieri, però, c'era il vento, ero arrabbiata,
demoralizzata e stanca, quindi, per non sbagliare, ho pensato di
pesare tutto, farina, latte, zucchero, fragole, anche le uova alla
fine sono salite sulla pesa, per par condicio.
(Sì
perché, quando si è a casa da soli e si ha voglia di parlare con
qualcuno, e tutta la rubrica telefonica è al lavoro, come è di
norma, vien da parlare anche con gli ingredienti di un dolce; e ieri
pure le uova facevano le bizze e si sentivano escluse, così le ho
accontentate e le ho messe sulla pesa anche loro. E' l'inizio della
pazzia? No, è solo il vento...).
Risultato?
Un pessimo clafoutis... toh, per finire bene la giornata! La mia
amica Anna ha detto che sentiva la pasta poco cotta. In realtà ho
seguito anche i minuti di cottura della ricetta. Secondo me non ci
sono più le fragole di una volta; però è anche vero che, quando si
è sotto tono tutto ne consegue e questa considerazione non è da
sottovalutare.
A
quest'ora del mattino non so ancora bene come pieghi la giornata.
Guardo fuori dalla finestra e un sole malaticcio mi fa l'occhiolino
da dietro la leggera nuvolaglia che vela il cielo. E' una desolazione
vedere il glicine spoglio ed è ancor meno consolante vedere tutti i
petali, trasportati dal vento, negli angoli più impensati del
cortile. Ma è ancora presto per poter dire come sarà questa
giornata. Il mio foglio è ancora lì, tutto bianco: se mi ci metto
d'impegno, riuscirò forse a dargli una tonalità migliore rispetto a
ieri.
(Vi
risparmio la ricetta del clafoutis. Se proprio ne volete assaggiare
uno veramente buono, vi lascio questa :-))
ma carissima, che dire??? sono perfettamente allineata ai tuoi pensieri (clafoutis compreso!!! solo che a me è uscito grazie ad una ricetta perfetta che ho trovato tra i miei blogs preferiti)... stanca, delusa, insoddisfata...uff...non voglio essere così!!! ho in testa tante, troppe, cose , anche carine ma tutte insieme creano confusione, non sono pensieri ordinati ma ...sballottati dal vento interiore. arriverà la calma??? io lo spero per te e anche per me...le giornate sono sempre più difficili qui dalle mie parti e la voglia di fuga è grande......ti abbraccio e spero di vederti prestissimo! <3
RispondiEliminaLa calma arriva, Robi. Solo che noi, i momenti di bonaccia, li sfruttiamo male. Cerchiamo sempre qualcosa da fare, da vedere, da scoprire; mentre l'unica cosa da imparare sarebbe quella di saper aspettare. Aspettare che passi il vento, anche se ne usciamo sballottate e ridotte un po' così-così e aspettare la bonaccia per rimetterci in forma. Proviamoci. Impariamo a vivere i momenti senza cercare di imporre troppo la nostra volontà. Forse è la chiave giusta per uscirne sballottate e contente.
EliminaA presto. Bacio grande.