Fine anno, tempo di bilanci. È quasi
doveroso tirare le somme di quel che è stato, di tutto il buono e il bello che
ho raccolto; ma anche dei buchi nell’acqua che ho fatto, perché s’impara anche da quelli. Il fatto è che,
così a mente fredda, ricordo bene i miei esiti positivi, mentre per gl’insuccessi
devo rovistare un po’ tra le reminiscenze dei giorni passati; però, se non
ricordo particolari disfatte, significa che è stato un buon anno.
Ho iniziato l’anno con un bellissimo
aforisma di Hermann Hesse: “Anche un orologio fermo segna l’ora giusta. Due
volte al giorno”. Ci voleva una massima così, per tutte quelle volte che mi
capita di sentirmi un pesce fuor d’acqua, che non sono poche. Lo ammetto, sono
una donna un po’ difficile, che si adatta alle situazioni, le subisce anche, ma
senza troppo entusiasmo e curiosità nel cercare anche in quelle di disagio il
lato positivo; perché c’è, esiste sempre una parte positiva, basta cambiare la
prospettiva di veduta. È importante
saper gestire anche quel genere di circostanze; gli anni passano e, se non metto
in atto gl’insegnamenti dettati dall’esperienza, rischio di invecchiare e
basta. Invece, io ho scelto di invecchiare saggiamente.
È stato un anno proficuo, e
pensare che me lo diceva anche l’oroscopo; ma io, gli oroscopi, li leggo e dopo
cinque minuti ho già dimenticato il loro messaggio e me ne ricordo solo a fine
anno quando, prima di smaltire la rivista specializzata, vado a rileggere il
mio oroscopo per vedere quanto ci ha azzeccato, e siccome da qualche anno ci
azzecca, continuo a comperarla, magari il mio vero portafortuna consiste proprio in questo!
È stato un anno di camminate, in
tutti i sensi. Ho girovagato, nel tempo libero, su e giù per colline e
montagne, intorno ai laghi e lungo i fiumi. Ho camminato percorrendo la mia
strada, che conduce alla fine di un decennio: il prossimo anno ne inizio uno
nuovo, ma non sono dispiaciuta nemmeno un po’per questo; anzi, sono fiera della
mia età e di tutto ciò che fino ad ora gli anni mi hanno donato. E anche dei
miei errori… Certo, non ne vado proprio così fiera, ma non getto via nulla,
perché anche da loro ho imparato che, cadendo, si guarda il mondo da un’altra
prospettiva.
È stato un anno di ottime
collaborazioni. Per la prima volta sono stata membro di giuria in un concorso
letterario per bambini e ragazzi e attualmente sto collaborando all’uscita di
un nuovo libro di un importante personaggio, di cui ancora non faccio nome,
sarà una delle primissime sorprese del nuovo anno: vi lascio un po’ di suspance
che non fa mai male!
È stata una primavera un po’
piovosa e un’estate tanto calda da stare male. Nemmeno nel 2003 ho patito così
tanto il caldo; eppure, quando si dice che la vecchiaia porta saggezza, proprio
un’anziana donna mi ha dato una lezione di coraggio, rispondendo a una mia
lamentela: “…ma è estate, santo cielo, se non fa caldo adesso quand’è che lo
deve fare?”.
Sagge parole, peccato che stiamo
finendo l’anno con gravi problemi di siccità e di clima bizzarro.
Vogliamo parlare di zanzare? Il
prossimo anno devo ricordarmi di fare una cura preventiva. La scorsa estate non
mi sono goduta il mio adorato giardino, per colpa loro ed è una grave mancanza
per una, come me, che ama l’aria aperta!
E sempre di zanzare, parliamo di
una in particolare: la mia Ambrogina, zanzarina sottozero che in questo momento
è a riposo, dopo la terza stremante stagione come assistente di Babbo Natale.
Anche quest’anno mi ha dato delle ottime soddisfazioni. La sua storia continua
a piacere e sono felice di sapere che ci sono bambini che non vanno a nanna se
prima la mamma o il papà non racconta loro la storia.
È stato anche un anno di
concorsi. Ho partecipato ad un premio letterario, collocandomi al terzo posto, e
a due concorsi fotografici che, mettendoci
la faccia, ho contribuito a far vincere al fotografo un terzo e un primo
premio. Che dire di questo? Questi anni che passano mi hanno, sì, accarezzato
il viso lasciando qualche segno; ma, forse, sono linee che favoriscono a
rendere più interessante la mia personalità.
Come potrete notare leggendo fin
qui, non c’è nulla di sfavorevole a macchiare questo 2015. Qualche screziatura,
però, c’è stata, come no! Non sono state tutte rose e fiori e io non sono
diversa dagli altri. Anche la mia vita, come quella di tutti, è contrassegnata
da momenti di sconforto, momenti in cui non so come sbrogliare la matassa,
momenti di tristezza, di fatica e, spesso, l’apprensione ha la meglio. Ma cosa sarebbe la vita su una strada
spianata? Non dico di amare le complicazioni, per carità; ma dal momento che,
come dicevo sopra, ho scelto di invecchiare saggiamente, per essere più forte,
lo spirito ha bisogno anche di questo.
E per chiudere, auguro a tutti un
meraviglioso anno con ♫ una sigla che non è natalizia ma mi piace molto e un frammento di una
filastrocca, "Capodanno", di Gianni Rodari, il mio Maestro di sempre.
“…Se voglio troppo non darmi
niente,
dammi una faccia allegra
solamente."
ma che bello questo post! sono riuscita solo oggi ad avvicinarmi al computer e a guardarmi con calma i miei blog preferiti. del mio non so che fare! mi spiace abbandonarlo ma il tempo , per me, è sempre di meno e la stanchezza è tanta. di certo sarà complice l'età e qualche noia di vita...vabbè... leggendo il tuo 2015 non è stato poi così malaccio e vedrai che il 2016 sarà ricco di soddisfazioni che ti meriti! un grandissimo abbraccio ! a presto
RispondiEliminaLaRobi...che piacere! Essere positivi sempre, prendi queste tre parole e ripetile come un mantra; non è facile, lo so, ma vedrai che dopo un periodo di assestamento, troverai il giusto equilibrio. Non abbandonare il tuo blog, lascialo lì per un po', pubblica se vuoi qualche foto con due righe di commento: chi ti segue apprezzerà anche questo. Non disfarti delle cose che ami, è contro natura!
RispondiEliminaSpero di vederti molto presto. Buon anno, cara amica, un augurio sincero dal cuore...