Stamattina Elzy, appena ho aperto la porta verso il
giardino, mi è venuto incontro di corsa, miagolando, ed è entrato in cucina,
stiracchiandosi sul tappeto davanti al lavello, come di consueto.
Non ha voluto mangiare. La sua pappa è rimasta nel piattino
per l’intera mattina; il suo era, più che altro, un bisogno di coccole e
calduccio.
Credo che abbia dormito fuori questa notte, perché, tra il
suo folto pelo, c’erano residui di foglie secche che lui se n’è liberato
facendosi un’accurata toilette, prima di acciambellarsi sul divano.
Ah, il divano…il mio adorato divano!
Il SUO adorato divano…!
D’estate si allunga fino ad occuparne la maggior parte, come
una pantera a riposo; e d’inverno si accoccola esattamente nel mezzo, così che
nessuno possa sedersi accanto: il divano è suo e non si discute.
In mattinata dovevo uscire per delle commissioni. Mentre mi
infilavo la giacca gli ho chiesto che cosa intendesse fare: uscire o rimanere
sul divano?
Lui, con il suo vago mormorio, a metà strada tra una fusa e
un miagolio, mi ha risposto chiaramente che, di uscire, non se ne parlava
proprio. Anzi: con la zampina stesa davanti al muso, apriva e chiudeva le
ditina, mostrandomi gli artigli, in segno di rilassamento e goduria totale.
Sono uscita. Come al solito ho inserito l’antifurto, ignara
che Elzy avrebbe potuto innescare l’allarme con la sola intenzione di scendere
dal divano e andare a mangiare la sua pappa. Solo quando sono rientrata a
casa, dopo un paio d’ore, mi sono resa conto che avrei potuto mettere in
subbuglio tutto il vicinato.
Ma di cosa ti preoccupi Marinella? Elzy, certi pensieri, non
li ha nemmeno nel DNA.
Avvicinandomi a
casa, infatti, regnava la solita tranquillità di sempre. Non un sibilo
frastornante, non un gatto disperato alla finestra. Elzy era ancora
acciambellato sul divano, come l’avevo lasciato, nemmeno si era mosso per
cambiare posizione!
Ma cosa vuoi di più dalla vita, tenera palla di pelo? Non
hai imparato nemmeno a miagolare come tutti gli altri gatti perché, tanto, non
ti serve! Tu sai come ottenere ugualmente tutto ciò di cui hai bisogno: se hai
fame, ti siedi davanti al frigo, con la zampina destra sollevata; se vuoi le
coccole, vieni a strofinare la testolina tra le mie caviglie; se vuoi uscire,
ti dirigi alla porta e scuoti la tenda
e, se nessuno vede la tenda agitarsi, te ne stai lì fino a quando qualcuno ti
viene ad aprire…Chi te lo fa fare d’imparare a miagolare, aristogatto che non
sei altro?
Un gatto, se è lui a trovarti, è la miglior cosa che ti
possa capitare. È un rimedio contro lo stress: basta osservarne le abitudini
per capire che, da lui, abbiamo tutto da imparare!
Condivido ogni tua parola. Amo i gatti e credo siano esseri speciali !!! Un abbraccio cara amica
RispondiElimina