Metti una domenica senza
programmi. Una giornata d’estate ben soleggiata
e fresca, che senti la voglia di andare così scalpitante, che tutto andrebbe bene pur di uscire e,
magari, fare ritorno a tarda sera.
Le domeniche senza meta sono
quelle che, alla fine, mi hanno sempre offerto momenti speciali. E di domeniche
così non me ne capitano molte.
La scorsa domenica c’era il clima
perfetto per una passeggiata di poche pretese e, alla fine, chi di pretese ne
ha poche, si accontenta sempre. La donna
di lago che c’è in me, ogni volta tende a proporre località in riva
all’acqua e quando mi si dà carta libera,
io non ho dubbi: andiamo al lago.
Domenica avevo proposto un
pomeriggio di tranquillità. Avevo voglia di stare all’aria aperta, magari sotto
ad un albero a leggere un bel libro, in un qualsiasi posto, purché con vista
lago. Preparata la borsa con tutto il necessario per esaudire l’aspirazione del
momento (libro, blocco da disegno, astuccio con i colori e macchina fotografica…ultimamente
le aspirazioni sono molte), siamo partiti in direzione del Lago Maggiore.
Arrivati ad Arona, ho visto che
lungo tutta la passeggiata c’erano delle bancarelle. Lì per lì ho pensato al
solito mercatino degli hobbisti e ho scartato l’idea; poi, invece, mi sono accorta
che esponevano antiquariato e ho cambiato parere: in fondo, il pomeriggio è
lungo, per rimanere sotto un albero a leggere, c’è sempre tempo!
Non sono una grande intenditrice
di antiquariato, ma mi piace il vintage e quell’aura particolare che trasmettono
le cose del passato. Sono attratta dai bottoni (non è una novità) e gironzolare
tra le bancarelle di un mercatino si trovano delle cosine interessanti,
soprattutto si trovano dei bottoni in vera madreperla e se il venditore non
vede l’ora di sbarazzarsene, l’affare è fatto. Anche i pizzi, le chiavi
arrugginite, i giocattoli di latta, i libri dalle pagine ingiallite, le borse
firmate, gli utensili da cucina in alluminio e i bijoux sono tra le cose che mi
conquistano maggiormente. Inutile dire che ogni due per tre ero ferma a ficcare
il naso in qualcosa. Per fortuna che anche Gio ha trovato interessante
curiosare tra i vecchi libri e le riviste, così non mi sono sentita troppo in
colpa.
Potevo tornare a casa a mani
vuote, secondo voi? Domanda inutile. Risposta ovvia.
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