Vi
svelo l'arcano del post precedente. Vi svelo come è andata
veramente la vicenda raccontata il 6 febbraio, la vera storia della
ragazza dagli orecchini di turchese.
Mi sono inventata
l'intera storia. La signora Fabrizia non esiste. Non esiste la sua
curiosità, la sua invadenza, la sua sbadataggine e le sue strategie
per attaccar bottone. La signora Fabrizia è il frutto della mia
immaginazione. Non conosco nessuna persona che risponda al nome di
Fabrizia; l'unica che ricordo, era la Carminati, una valletta che affiancò Mike
Bongiorno in un quiz televisivo, poi diventata una delle signorine
buonasera della TV.
Di questa vicenda,
esistono gli orecchini con la loro storia che magari un giorno
racconterò davvero.
Esiste la commessa di un
negozio con la quale ho stretto amicizia; ma i suoi complimenti non
hanno secondi fini. Anzi, questa persona è l'opposto di quella
descritta, ha modi gentili e delicati e voglio aggiungere che non
sarebbe mai nata un'amicizia se fosse stato il contrario.
Esiste, però, una
commessa del supermercato che veramente mi ha detto d'aver
riconosciuto la mia carta di credito ancor prima d'aver visto il mio
viso, coperto dalla tesa del cappello.
Ed esiste una persona
(che non ha mai lavorato in un negozio, grazie al cielo...) piena di
curiosità nei miei confronti, alla quale ho raccontato un po' di
storie, inventate qua e là, a seconda di quanto spinta fosse
la sua curiosità. Di solito non vado in giro a raccontare storie
alla gente che incontro. Ma chi
è troppo curioso, si aspetta di sentirsi dire qualcosa che lo
appaghi; e io, le persone di quello spessore, le accontento. Tutte.
Questo
è l'esempio di come ci si possa inventare qualcosa e farlo sembrare
veramente accaduto. Non ho avuto bisogno di molto. È bastato vagare
un po' con la fantasia, mescolare alcuni fatti reali, e scrivere una
storia nuova di zecca che, leggendola, potesse avere la verve di una
storia divertente, senza toccare la sfera emotiva di nessuno.
Ora, qualcuno si chiederà
se tutti i post che ho scritto fino adesso siano frutto della mia
fantasia oppure sacrosanta verità. Ebbene, svelo anche una sfumatura
del mio pessimo carattere: come diceva mia nonna “Le bugie hanno
le gambe corte”. Io le bugie
proprio non le so dire; mi impappino, sento di cambiar colore, non
sostengo lo sguardo e cambio il tono della voce. Insomma, non vado
molto lontano prima di essere scoperta. È vero che qui nessuno mi
vede e nessuno ascolta la mia voce narrante; quindi, potrei far finta
di niente e passare oltre. Ma è una questione di coscienza. Non sarei stata capace di andare avanti a scrivere un altro post
prima di questo. Non mi sarei sentita a posto. In
pace prima di tutto con me stessa.