martedì 24 febbraio 2015

Come coltivare la felicità



Già da qualche giorno avverto l’arrivo della primavera. Nonostante il tempo perturbato e il gelo che morde ancora, specialmente di mattina presto, percepisco un’aria diversa dal solito. Forse un po’ più sottile e profumata, forse mossa da qualcosa di nuovo.


Ho voglia di avvolgermi in tele leggere, non più in giacche di piumino. Ho voglia di tiepide brezze, non più di gelidi venti. Ho voglia di camminare a piedi nudi, non più coi soliti stivali ad avvolgermi fino al ginocchio. Ho voglia di lunghe passeggiate in bicicletta; e ho voglia di dedicare un po’ di tempo al mio giardino.

Costretta a rimandare i miei progetti all’aperto,è già capitato altre volte di sprofondare in verdi letture. Non so perché, è così. Diciamo che sia una specie di preparazione all’arrivo della bella stagione e accontentandomi dei buoni propositi, che affiorano giorno per giorno, prendo spunti qua e là nei diversi libri di chi, di giardini e lavori all’aria aperta, ne sa più di me.

“Giardinaggio terapia – Coltivando la terra si coltiva anche la felicità” è il libro che ho avuto tra le mani in questi giorni. Un libricino da leggere tutto d’un fiato, scritto da Pia Pera,  autrice di successo di altri libri di natura, paesaggio e giardini, ideatrice di www.ortidipace.org e a sua volta appassionata giardiniera.
Bello dall’inizio alla fine, ricco di esperienze personali, di consigli e di grandi verità, questo libro “racconta come riconnettersi alla rete della vita, ristabilire il corpo a corpo con la natura, attraverso semplici gesti d’affetto verso la terra e le sue creature.”

L’indice è ben fornito di argomenti trattati senza troppi giri di parole. Si parla di Cose piacevoli come Scavare una buca per accomodare una nuova pianta; di Piccoli giardinieri e L’orto dei bambini, dove la gioia del coltivare smentisce la maledizione biblica del lavoro.
Pia Pera dice che Nell’orto non si va solo per fare, ma per prendere coscienza della bellezza del cielo, delle nuvole, dell’emozione dei mutamenti climatici. Ad ascoltare gli uccelli, ad osservare gli insetti, conoscere la pienezza della vita. Quale insegnamento migliore per la crescita dei bambini!

Agnese, la mamma di Giovanni, viveva nel suo giardino-orto e, quando andavo a trovarla, mi faceva accomodare sempre all’ombra del ciliegio. Quando il tempo non lo permetteva, parlavamo davanti alla finestra che dava sull’orto e se aveva appena smesso di piovere, e la terra era impregnata, mi prestava volentieri i suoi stivali mentre lei calzava un paio di vecchie scarpe, pur di fare un giro nel frutteto. 
Quante volte, leggendo questo libro, l’Agnese è venuta a far visita nei miei pensieri! Potrebbe averlo scritto lei, seduta sotto il suo ciliegio nelle ore più calde dell’estate. La cara Agnese che, quando è andata in pensione, non ha voluto futili regali,  solo piante da frutta per il suo spazio verde; è stata di grande esempio: custodisco un pezzetto della sua eredità e quanto vorrei assomigliarle un po’.

Il prossimo libro, già pronto sul tavolino dello studio, è La rivoluzione del filo di paglia di Masanobu Fukuoka. Sono stata attratta dalla recensione di un lettore, scritta su uno dei tanti canali di vendita on- line. Dice che,  nonostante non abbia ancora terminato la lettura, reputa che sia uno dei libri più belli e utili che abbia mai letto; addirittura dice che, se fosse per lui, lo inserirebbe nel programma didattico di tutte le scuole. Ne consiglia, inoltre, la lettura a tutti, perché sostiene che più libri come questo saranno letti più aumenterà la speranza di avere un futuro dignitoso.

Visto che sarò costretta a rimandare ancora per un po’ i miei programmi di vita all’aria aperta, non mi resta che accomodarmi sul divano e immergermi nella lettura di buoni consigli.

Tra le piante si prova la sensazione di avere trovato il nostro posto al mondo. 
Di trovarci esattamente dove dovremmo essere. 
Che questo avvenga per la più primordiale delle complementarità, quella tra animale e pianta? 
Tra creature opposte, che si nutrono l’una del respiro dell’altra? 
Non saprei. 
Ma l’importante è questo: funziona”. 
(Pia Pera)