Questo per me è un momento creativo, uno di quelli che ti riempie il piano di lavoro di mille cose e anche la cucina diventa un laboratorio incasinato da vero artista.
Qualcuno, guardando questa foto, tirerà un sospiro di sollievo, io per prima. Dopo praticamente due anni e quattro mesi finalmente ecco il risultato. E cosa, se non una borsa?
Tutto ebbe inizio nell’estate 2011, al mare. Mia zia si era portata da casa un lavoro da fare nelle ore più calde della giornata, quando di scendere alla spiaggia non se ne parla nemmeno. La vedevo impegnata con ago e filo ad unire lunghe trecce colorate. Non avevo mai visto prima d’ora una lavorazione simile. L’insieme metteva allegria. Non sapevo, però, che quello di unire le trecce era il male migliore! Dietro c’era tutto un lavorio di ricerca dei materiali (principalmente incarti di caffè), di calcoli, misure, ritaglio e piegatura. Tutto rigorosamente fatto a mano. Da mettersi le mani nei capelli!
Però, quel che stava facendo mia zia era una genialata, il risultato sarebbe stata una borsa: come poteva passare inosservata?
Ogni pomeriggio di quella vacanza, prima di scendere in spiaggia, lo passavamo “a lavorare”. Sembravamo gli addetti di una catena di montaggio: io piegavo i rettangoli, Nicole intrecciava le tessere e la zia univa le trecce. Eravamo una bella squadra e ci divertivamo anche!
Quando tornai dal mare iniziai anch’io ad accumulate gl’incarti del caffè. Ma quanto ne dovevamo bere di caffè per fare una borsa? E chi lo sa…Misi in giro la voce e poco per volta ecco che la taverna di casa mia iniziò a profumare come una caffetteria e a prendere le sembianze di una di quelle botteghe artigianali dove il disordine è la caratteristica principale dell’artista.
Ho passato ore e ore a misurare col righello, a tagliare, a piegare e a intrecciare ogni tessera di questa borsa; e poi ancora, unire le trecce, cucire il sacco interno e trovare dei manici appropriati. Alla fine però il risultato mi paga di tutto.
(Un grazie a Nicole e a mia zia Aldina, per avermi insegnato la tecnica; ad Anna, per aver recuperato la gran parte del materiale; a Giovanni, per aver bevuto tanti caffè, ma so che non gli è costato un grande sforzo J.
E a mio papà, per essersi ingegnato a tagliare tutto il materiale…quando avevo quasi finito!)
complimenti è bellissima :)
RispondiEliminasilvia b
Grazie Silvia, detto da te è un vero complimento
Eliminacomplimenti, un giorno spero di vederla anche dal vivo xchè mi incuriosisce molto. Silvia O.
RispondiEliminaIn questo momento è in tour, è probabile che faccia tappa anche da te Silvia!
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