lunedì 27 agosto 2012

A Grado, in bici


Essendo una città turistica, a Grado, si fa fatica parcheggiare la macchina. Dopo l’esperienza di una sera, quando abbiamo parcheggiato sul bordo della strada, sull'erba, in un punto poco consigliato, decidiamo di approfittare delle bici che l’albergo mette a disposizione dei propri clienti per passare questa giornata ferragostana tra calle, callette e campielli.
Il centro storico è senza dubbio la parte migliore da visitare, con le sue casette tipiche con  i muri in pietra a vista, le finestrelle piccole e quadrate, tutte abbellite con fiori e spalancate su piazzette e stretti vicoli (campielli e calle, per l'appunto).
 

La Basilica di Sant’Eufemia è il principale edificio religioso della città; in stile paleocristiano, con mattoni e arenaria a vista, è affiancata dal campanile a cuspide sormontato dalla statua in rame raffigurante San Michele, visibile da ogni parte della città.
A pochi passi, affacciata sul Campo dei Patriarchi,  la Basilica di Santa Maria delle Grazie, dello stesso stile paleocristiano.


Gli angolini verdi si alternano alla pietra delle piazzette dove negozietti e ristorantini brulicano di turisti come noi. La brocca rotta – libri e cose è un negozietto talmente stipato di oggetti antichi e di modernariato che necessita di una sosta più prolungata per poter mettere bene a fuoco tutto ciò che è messo in vendita. Catturano la mia attenzione un paio di vecchi zoccoletti, con il legno tarlato e la tomaia in pelle, appesi alla mensola del camino e un cestino in filo di ferro contenente due bottiglie impolverate, che sembrano appena risalite da una vecchia cantina. Tavoli e tavolini sono arricchiti di vecchie stoviglie in porcellana, statuette in ceramica; vecchi libri e riviste trovano il loro spazio sugli scaffali di una libreria, mentre alcune monete e medagliette antiche sono contenute in alcune ciotole di metallo. Conchiglie, pietruzze dalle strane forme, angioletti di gesso, statuette di marinai, fari, velieri, lanterne e vasi, sono disposti quasi per caso sui davanzali delle finestre del negozio che altro non è che l’interno di un’antica casa. Comperiamo un souvenir, dopo una scelta molto studiata!


Il porto nuovo, ma ancor di più il porto vecchio dove sono attraccati i piccoli pescherecci, sono un tripudio di colori. Dove il bianco e l’azzurro dominano il porto nuovo, tutti i colori vivaci ravvivano quello vecchio. Grovigli di reti, galleggianti e boe, piccole imbarcazioni adibite alla pesca animano questo posto che altrimenti non sarebbe altro che un canale costeggiato da anonime case neanche poi così degne di attenzione.


Verso mezzogiorno facciamo un giretto alla ricerca di un ristorantino dove mangiare qualcosa. Tutti offrono pesce, ma sono le Acciughe in Saor che mi fanno venire l’acquolina in bocca, ricordo di quelle, buonissime, che preparava mia nonna.

La serata la passiamo nella frescura del giardino dell’albergo, chiacchierando piacevolmente davanti a una bibita ghiacciata, in attesa di raggiungere la spiaggia per assistere allo spettacolo pirotecnico. I fuochi d’artificio sono sempre spettacolari; quelli sul mare ancora di più. Anche quelli non troppo speciali mi regalano sempre un pizzico di emozione.
E anche questo Ferragosto è passato…

 

Nessun commento:

Posta un commento