Nel 2010 Giovanni, per
festeggiare il suo cinquantesimo compleanno, organizzò l’ascesa del Kilimanjaro
con alcuni amici. Da allora l’Africa occupa una parte importante del suo essere.
Avevo sentivo parlare del mal d’Africa, ma non avevo idea di
quanto si radicasse nell’animo delle persone. Giovanni, a mio avviso, si
contiene un po’. Tuttavia, appena gli si presenta l’occasione, parla della sua
esperienza con nostalgia e compiacimento.
Ogni due mesi, a suo nome, ci
viene recapitata una rivista dal titolo Africa,
più eloquente di così…
Un regalo di Davide che, con la
moglie Rita, è stato uno dei componenti della spedizione e la cui amicizia, da
quel viaggio, si è sempre più approfondita. Anche Rita e Davide soffrono di Mal d’Africa, loro ne soffrono con
maggior gravità rispetto a Giovanni.
Sfoglio e leggo la rivista anch’io
che non soffro del mal d’Africa. Gli articoli contenuti ne fanno una rivista di
attuale interesse.
Prediligo la sezione “In vetrina”
dove trovo la pagina glamour, quella dedicata agli eventi, all’arte, ai sapori,
alla solidarietà, ai libri, alla musica, ai film, ai viaggi, al web e, per finire,
quella denominata Bazar, la mia
preferita. Qui si trovano prodotti artigianali, cosmetici, stoffe, caffè,
spezie, abbigliamento, il cui ricavato va interamente ai progetti delle varie
associazioni che promuovono il lavoro di uomini e donne delle varie etnie
africane.
Tra queste pagine ho trovato i
bottoni in argilla e pietra dura di Incomparable,
la cui attività conta sul lavoro di trenta dipendenti, tutte donne sudafricane,
che realizzano e dipingono a mano questi bottoni che sono delle vere e proprie
opere d’arte. Ho acquistato qui le tre serie delle foto.
Ho in programma di fare…beh, questo sarà il tema di un altro
post.
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