![]() |
Foto by Pirpy |
Mi sono iscritta ad un corso di
calligrafia. Lo scopo è di rieducare e correggere la prensione della
penna, mantenere la corretta postura durante l’atto scrittorio e
riappropriarsi della propria grafia perduta. Ed è un’occasione per
riprendermi un po’ di tempo in tutta lentezza, per dare un valore
aggiunto alla qualità del mio tempo e, nell’era del computer, del
tablet e del telefonino tuttofare, riscoprire il piacere di
scrivere a mano.
Ne sono entusiasta. Mi sembra di essere
ritornata bambina quando, durante l’ultimo anno di asilo, mi
facevano fare, su un quadernetto che la mamma ha conservato, le
aste, gli archetti, le ondine e i cerchietti.
La scrittura mi ha sempre affascinata e
con essa tutto il corollario che ne segue. Quaderni, blocchetti,
carte di ogni genere; penne, pennini, inchiostri vari, ne ho talmente
tanti che ormai fanno parte dell'arredamento di casa.
Mi piace scrivere a mano i biglietti
d'auguri, ma il mio modo di scrivere è molto cambiato. A scuola
avevo una bella calligrafia, chiara e ordinata; crescendo anche
quella si è adattata alla fretta. Riprendere possesso di una bella
grafia, mi stimola; in questo periodo di tensioni, trovo sia
terapeutico ritagliarmi due ore alla settimana per seguire un corso;
e mezz’ora tutti i giorni, per tenermi in allenamento, la trovo
anche mentre faccio compagnia alla mamma. È un invito alla calma.
Quando ero piccola, mia nonna mi
parlava spesso dell’importanza delle aste. Ma
io era chiaro che non le prestassi molto ascolto; avevo fretta
d'imparare le letterine dell'alfabeto, “...le aste, nonna, le
facevo all'asilo!”
Col senno di poi, lo ammetto, mia nonna aveva ragione. Non è così facile fare una serie di aste
equidistanti tra loro, con la medesima altezza! Non ho più la mano,
sono ormai abituata alla fretta che un simbolo così banale come
un'asta mi è difficile tracciarlo diritto su un foglio bianco...
Ecco qual era il segreto della bella
grafia di mia nonna: lei, quando scriveva, si prendeva il tempo che
ci voleva, senza urgenza. Mi sembra ancora di vederla, cara nonna,
seduta al tavolo della cucina, con la Bic nera e la carta da lettera
color crema. Scriveva con calma, ponderando le parole una ad una.
Scriveva senza pensare a cosa avrebbe fatto dopo. Soprattutto, scriveva pensando a quando sua cugina, in Australia, avrebbe ricevuto
la sua lettera.
hai ragione cara Mari! facciamo tutto troppo in fretta perdendo la poesia di gesti "antichi" e dimenticati. Avrei voluto iscrivermi anch'io ma mi sono...persa! confido in un nuovo prossimo corso. quando ci vedremo (prestissimo) mi racconterai. baci
RispondiEliminaCerto cara, ti racconterò tutto l'entusiasmo di un gesto antico che amo tanto. Ciao
RispondiElimina