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Vi capita mai di imbattervi in un
oggetto e pensare che sia perfetto per una persona che conoscete?
A me sì, ecco perché trovo
divertente fare regali quando non c’è alcun motivo. Non mi piace conservare un
regalo per dei mesi, aspettando che sia l’occasione giusta per darlo; per prima
cosa perché sono sempre troppo eccitata per riuscire a mantenere il segreto e
poi perché corro il rischio di dimenticarmene. Ed è già capitato.
Avevo acquistato una sciarpina di
seta in un rinomato negozio di stoffe, con l’intenzione di regalarla ad
un’amica per il suo compleanno che è a maggio. Era il mese di febbraio e nel
negozio vi erano già quelle primaverili. Ce n’erano di molto belle in organza,
dai colori brillanti ed ero sicura che a Rita sarebbe piaciuta. Ero entusiasta
di quel regalo e una volta a casa lo ritirai nell’armadio e… me ne dimenticai.
Venne poi Natale, ma la sciarpina
in organza era fuori stagione. Passò altro tempo, a Rita regalai altre cose e
la sciarpina alla fine diventò mia.
Non che mi spiacesse; ma se
l’avessi consegnata subito sarei stata più soddisfatta, perché quello era il
momento giusto ed io l’avevo lasciato scappare.
Quando decido di fare un regalo,
non lo faccio mai incartare dal negoziante, preferisco dare un tocco personale
ai miei pacchetti. Penso che dietro ad un regalo avvolto con le proprie mani ci
sia una storia di affetto, un legame di amicizia, un’ulteriore prova che a
quella persona ci si tiene davvero. Pertanto, quando ricevo un regalo
confezionato in modo “imperfetto” e capisco che il donatore ci ha messo del
suo, lo gradisco maggiormente.
Una volta, la mia amica Anna, si
era cimentata con la ceralacca. Voleva sorprendermi con quel tocco speciale che avrebbe accompagnato il
mio regalo di compleanno. Essendo poco esperta, le venne un pasticcetto che annerì la carta e che,
per poco, non prese fuoco. Ebbene, io non ricordo il contenuto di quel regalo,
ma il risultato fu talmente singolare che ancora adesso ci spanciamo dalle
risate!
Penso che un regalo non deve essere
niente di spettacolare, perché riceverlo è sempre una bella cosa, l’importante
è che lo si faccia con piacere.
I miei amici, di ritorno da una
vacanza nel senese, mi hanno regalato una piccola piantina di Ulivo in un vaso
di coccio. È stato un dono inaspettato ed azzeccato. Avrei pensato che a loro
sarebbe stato più facile pensare a dei Cantuccini o a dei Saporelli, vista la mia
predilezione per i dolciumi; invece hanno dimostrato di essere delle persone
accorte. (Poi a fare da sottovaso c’era anche un Panforte ben incartato, che è
passato in secondo piano…ma non troppo, a pensarci bene…)
È davvero il pensiero ciò che
conta. Non ha importanza quanto è stato speso; il valore è legato al fatto che
i miei amici abbiano riflettuto e scelto qualcosa di diverso dal solito. E questo mi fa piacere.
(Ciao Annina!)