Foto by Me
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Ero davanti al computer alle prese con una delle mie solite ricerche su Internet, quando mi sento chiamare dalla Lori, la cugina con la quale condivido la bifamigliare.
Teneva tra le mani un mazzo di asparagi, legati tra loro con un cordino di rafia, già puliti, belli e carnosi e del tipico colore verde coi germogli violacei. Uno spettacolo senza prezzo per i miei occhi sempre attenti ai prodotti della terra.
Capita spesso che ci si scambi qualcosa tra vicini di casa, e quando succede ne sono compiaciuta, anche se si tratta di una piccola cosa; ma è il presupposto di non aspettarmi mai niente che mi rende felice quando, poi, le belle sorprese mi si parano dinnanzi.
Gli asparagi sono piante di cui si mangiano i germogli, raccolti in primavera. Vengono coltivati in letti di terra ricca e ben drenata, chiamati aspargiaie e il papà della Lori è da qualche anno che ne ha attivata una molto produttiva. A dire il vero l’orto del Luciano è uno dei meglio forniti della zona: coltiva, con ottimi risultati, qualsiasi tipo di ortaggio e i suoi prodotti, come tutti quelli di chi ha un orto, sono genuini e buonissimi, senza essere trattati con concimi chimici.
Gli asparagi vanno preparati con molta cura avendo l’accortezza di raschiarne i gambi, risciacquarli per bene, ritagliarli tutti della stessa lunghezza e legarli in mazzetti che vanno tuffati in acqua bollente salata, facendo attenzione a non cuocerli troppo, perché è regola che gli asparagi rimangano un po’ al dente, di norma 15 minuti dovrebbero bastare; quindi tirar su il mazzetto e passarli in acqua fredda per ravvivarne il colore.
Ho risolto così il problema di cosa preparare per pranzo, che a volte è un vero dilemma, perché non amo i cibi surgelati e cucino esclusivamente prodotti di stagione; ma non mi lascio scoraggiare da simili dubbi: fortunatamente siamo di bocca buona e disponiamo di un orto che ci elargisce sempre di qualcosa e molto spesso davanti ad un’insalatina novella con delle uova sode, mi sento una vera regina alla mensa del mio re.
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